Le ultime settimane mi hanno visto altrove. E mi hanno dato nuove possibilità di conoscenza, delle quali, forse, avrei fatto a meno.
Siamo ospiti a fianco di un ospedale pediatrico, dove Anna (la moglie pediatra) lavora.
E la mortalità infantile, da numeri di una statistica, si trasforma in mamme che escono con un bimbo in braccio che non respira più. Lo tengono nascosto, vogliono che sembri vivo. Altrimenti non le faranno salire sul trasporto collettivo, pigiate con altri e sudate, e non potranno tornare alla loro casa.
E la denutrizione, da numeri di una statistica, si trasforma in bambini dalle gambe scheletriche e dalle pance gonfie di liquidi. Si trasforma in una mamma che arriva dopo due giorni di cammino, con un bimbo sulle spalle e l’altro di 6 anni che pesa niente.
Gli insegnanti servono, servono per insegnare alle mamà e ai papà e non fare più mille bambini.
Gli insegnanti servono, servono per dare una speranza di lavoro e dignità.
Bisogna regalare loro un insegnante.
Saluti
Emilio
Se volete leggere altri suoi testi: incongo.wordpress.com/
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