Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 24 febbraio 2013

TRASFORMATEVI!

È possibile ed è giusto parlare di questa visione, della trasfigurazione ? Il senso base di “trasfigurazione” è esattamente “cambiamento di forma”. Se è dunque questo il significato di “trasfigurazione”, allora ci è richiesta. È uno dei requisiti di cui parla l’apostolo Paolo: “Trasformatevi” (Rm 12,2).
Gli elementi della trasformazione
Non possiamo trasformarci
per diventare a immagine di Dio nostro Creatore, così come ci ha creati, senza affidargli questa immagine di modo che possa correggerne i difetti. A questa trasformazione è indispensabile, infatti, un cambiamento della nostra direzione che ammettiamo con imbarazzo. Noi ci muoviamo verso noi stessi e non usciamo dai nostri ego per camminare verso Cristo, con tutto ciò che significa camminare verso la giustizia, la santità e la verità.
Questo camminare verso l’esterno porta con sé la sottomissione di noi stessi, in modo costrittivo e severo, anzi direi in modo crudele, alla guida dello Spirito santo proveniente dall’alto. La prova inconfutabile di tale soggiogamento è che la nostra persona, le nostre inclinazioni, i nostri umori, le nostre abitudini, la nostra dignità e il nostro sentire personale, le nostre origini, i nostri diritti, i nostri ruoli – tutti questi cavilli che impediscono allo Spirito santo di mettersi alla guida – non ingeriscono più.
Lo stolto si domanda allora: “Che cosa resta per me? Forse che devo camminare a occhi chiusi?”. Ovviamente no. Ma se ti spogli veramente di te stesso, allora otterrai una forza autentica che domina misticamente tutte le cose insieme, come se una mano suprema impugnasse, guidasse e dominasse ogni cosa in modo totale.
I segni della trasformazione: compiere cose al di là delle proprie forze
Qui la trasformazione si realizza in modo estremamente particolare, preciso e misterioso. L’energia che deriva dall’accettazione della direzione, del consiglio e del comando da parte dello Spirito santo supera l’azione dell’ego, non appartiene all’ego.
La trasformazione si realizza tra l’energia che proviene dall’affidamento a Dio e l’energia che si sprigiona con la realizzazione. Vedrai, infatti, che inizi a compiere cose che era impossibile che tu realizzassi da solo. Ma ecco, tu ora le compi come se fosse di tua spontanea volontà e per tua scelta. L’azione che tu compi ti viene considerata come tua malgrado l’energia per la realizzazione si sia legata misteriosamente a un’energia più elevata dell’ego. Allora vedrai da te stesso e in te stesso che ti trasformi davvero e che compi azioni che desideravi, ti auguravi e sognavi ma che erano al di là delle tue forze e della tua volontà, e che eri incapace di realizzarle perché cercavi di compierle con le tue forze. Poiché cercavi di realizzarle da solo, esse non erano realizzate in maniera soddisfacente. Erano fiacche e ben inferiori a ciò che avrebbero dovuto essere. Ma ora gioisci perché è divenuto facilissimo e alla portata della tua volontà.
Non è l’ego a operare ma la trasfigurazione della potenza di Dio
Questa è la trasfigurazione. Non ha niente a che vedere con la tua volontà egocentrica e la tua persona egoistica. Si tratta piuttosto della manifestazione della potenza di Dio che opera in te e che fa sì che appaia che sei tu a operare, a pensare e a volere con tutta la libertà dello spirito e l’audacia dei figli. Questo è il ricavato di una vita, il frutto della giustizia che hai piantato con le lacrime, le preghiere e le suppliche a colui che è capace di salvare. E questa è la risposta divina all’invocazione umana. Noi invochiamo, deboli e impotenti, da peccatori avviliti, gemendo come trasgressori, come chi ha a malapena una speranza, secondo la logica della giustizia e del giudizio. Eppure ecco arrivare pronta la risposta divina, giunge in maniera sovrarazionale, sovralogica, senza seguire alcun calcolo umano, con estrema misericordia. Poiché infatti l’opera di Dio nell’uomo peccatore è inimmaginabile, sia per il peccatore che per il giusto, perché Dio è talmente incommensurabilmente grande, generoso, misericordioso che non si riesce a immaginare l’azione di Dio nell’uomo. Qualcosa di talmente incredibile che il peccatore immediatamente dimentica la sua vergogna e si scrolla di dosso la debolezza, come se diventasse figlio.
L’estrema umiltà di Dio
Ciò che meraviglia il peccatore, cioè che davvero ci meraviglia, è come Dio si abbassi e faccia apparire questi cambiamenti e questi chiari interventi come fossero nostri, come se ci appartenessero, come se ne fossimo proprietari. Questa è l’umiltà stupefacente del Signore: egli rinuncia a ciò che è ufficialmente suo perché noi possiamo ufficialmente possederlo. Questo è uno degli aspetti di quest’incomprensibile trasfigurazione. Essendo questi nuovi valori, a cui il Signore rinuncia a nostro favore, di origine celeste, quando ci vengono donati da Dio ci fanno appartenere ufficialmente al cielo. Non è forse una incredibile meraviglia?
Quando diciamo “trasfigurazione”, e la attribuiamo alle nostre anime, in una certa maniera bestemmiamo. Tuttavia, ciò che abbiamo ottenuto ufficialmente, dalla mano del Signore Dio Gesù Cristo, ci fa veramente appartenere al cielo. E seppure possa apparire dall’esterno una presa violenta, un furto, Cristo stesso non ha forse parlato di una violenza e di un impadronirsi violento? “Il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11,12).
Segno della trasfigurazione dell’anima è il desiderio continuo di Cristo
Nonostante tutto, non ci è lecito inorgoglirci di ciò. L’unica cosa di cui si può essere orgogliosi è il Signore e lui soltanto: “Chi si vanta si vanti nel Signore” (1Cor 1,31). L’uomo prova sinceramente ciò che provava anche l’apostolo Paolo: “Non io però” (1Cor 15,10); “Non sono più io che vivo” (Gal 2,20). Cristo ha dato se stesso per noi ed è divenuto tutto in noi, non a parole, ma con i fatti e il modo di vivere. A confermare ciò in pratica è una fame continua dell’uomo per la Parola e una sete inestinguibile di vegliare e pregare.
Questa fame e questa sete implacabili verso Cristo sono l’indice dello stato di trasfigurazione dell’anima e il suo essersi rivestita di Cristo: “È bello per noi stare qui. Facciamo una tenda per te (o abitazione, o tempio)” (Lc 9,33). Questa è la qualità dell’anima, o meglio, la durevole qualità dell’anima che vive in Cristo e che possiede dentro di sé la luce della trasfigurazione del Signore. Allora il desiderio ardente diventa inestinguibile e la fame verso di lui insaziabile giorno e notte. Non è assolutamente necessario essere un esperto di cose spirituali, né un oratore e nemmeno uno scrittore. Bisogna soltanto avere una fame inesprimibile di Cristo. Non ha forse detto il Signore di sé che è il pane della vita e l’acqua viva? (Gv 6,35;7,37-38).
Nel battesimo abbiamo acquisito il diritto alla trasfigurazione o a “rivestirci di Cristo”
La verità che non deve scoraggiarci è che fino a quando Cristo non inizia l’operazione di cambiamento interiore venendo ad abitare al posto del nostro ego, a unire a noi le sue qualità e a inserirci tra le fila di coloro che attendono il loro turno celeste, saremo in realtà semplici coloni terrestri, e la nostra nostalgia del cielo resterà una semplice nostalgia. Dobbiamo rivestirci del Signore ora perché è un diritto che abbiamo acquisito nel battistero “poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,27). Dobbiamo praticare questo mistero quotidianamente. La nostra fede nel mistero deve trasformarsi in mistero di fede. Questa è la nostra occasione; forse tra un po’ non ci sarà più.
“Rivestitevi del Signore Gesù Cristo”. È un comando evangelico. “E non seguite la carne nei suoi desideri” (Rm 13,14). Ci troviamo dinnanzi a due opposti: rivestirsi di Cristo, seguire la carne nei suoi desideri. Abbiamo parlato tantissimo della seconda parte. Ora, in questa breve lettera, mi limito – e mi auguro che anche voi vi limitiate – a considerare la prima parte: “Rivestitevi del Cristo”. A renderci ancora più entusiasti e a ricolmarci di speranza è il fatto che “rivestitevi del Cristo” viene prima di “e non seguite la carne nei suoi desideri”. Ciò è davvero meraviglioso: ci è richiesto di trasfigurarci prima di spogliarci dei desideri della carne! Venite, riconciliatevi. Ci è richiesta la speranza prima della lotta spirituale. La fiducia prima dell’azione. Avete capito?
In maniera del tutto inusuale, mi fermo qui. La penna mi disobbedisce e si rifiuta di vergare anche solo un’altra lettera. Mi auguro possiate capire la forza delle ultime parole perché esse sono la chiave della nostra nuova vita in Cristo.
Il Signore Iddio che brama di abitare i vostri cuori, realizzi in voi questo suo ardente desiderio.
State bene in nome della santissima Trinità.

Matta El Meskin
(1919-2006)
da “La gioia della preghiera”, Qiqajon, pp. 77-83

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