Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 8 aprile 2013

Evagrio Pontico: La Preghiera


                                          


PROLOGO

Ero febbricitante per il fuoco delle passioni impure, quando tu, com'è tua abitudine, mi hai dato ristoro contattandomi con la tua pia lettera: hai arrecato conforto al mio intelletto sfinito tra le più turpi sollecitazioni, facendoti, così, felicemente emulo del nostro grande precettore e maestro.
E non è stata una sorpresa! Meritare, invero, doti insigni è stata sempre la tua prerogativa, come anche del benedetto Giacobbe. Dopo avere, infatti, prestato buoni servigi per ottenere Rachele, ed avere ricevuto Lia, tu aspiri anche alla desiderata Rachele, per la quale hai compiuto altresì il settennato. Quanto a me, però, non potrei negare che, pur avendo faticato tutta la notte, non ho preso nulla. Cionondimeno, sulla tua parola, ho calato la rete e ho pescato una gran quantità di pesci, non grossi invero - a mio parere -, ma sono, tuttavia, centocinquanta, e te li mando - come da te richiestomi - in forma di capitoli di eguale numero nel cesto della carità. Io ti ammiro e ti invidio molto per l'eccellente tuo proposito, poiché sei vivamente desideroso dei capitoli sulla preghiera - desideroso non semplicemente di questi che sono a portata di mano e consistono in carta vergata d'inchiostro, ma di quelli che hanno dimora nell'intelletto mediante l'amore e l'oblio delle offese ricevute. Ma dato "che "tutte le cose sono a coppia, l'una di fronte all'altra", come dice il sapiente Gesù, accogli quanto ti mando secondo la lettera e secondo lo spirito, e considera che in ogni caso la lettera presuppone l'intelletto: non essendoci questo, non ci sarà neppure la lettera. Pertanto, anche la preghiera comporta due modi: l'attivo e il contemplativo; così pure è per il numero: esso esprime immediatamente la quantità, e nel suo significato profondo la qualità. Avendo quindi diviso il trattato sulla preghiera in centocinquantatrè capitoli, te lo invio come alimento evangelico, perché tu trovi diletto nel simbolismo del numero: una figura triangolare combinata con una esagonale, indicanti rispettivamente l'adorabile scienza della Trinità e la linea che connota l'attuale ordinamento del mondo. Peraltro, il numero cento è di per se stesso quadrangolare, mentre il cinquantatré è triangolare e circolare, poiché ventotto è triangolare e venticinque è circolare in quanto cinque volte cinque fa venticinque. Hai dunque nella figura quadrangolare il quaternario delle virtù; ed hai anche, nel numero venticinque, la vera conoscenza di questo secolo, a causa del corso ciclico dei tempi: la settimana, infatti, succede alla settimana e il mese succede al mese, il tempo volge da un anno all'altro col suo moto circolare, e una stagione succede a un'altra, come vediamo per il movimento del sole e della luna, per il subentrare dell'estate alla primavera, e così via. La figura triangolare, dunque, può significarti la scienza della Santa Trinità. Secondo un'altra interpretazione, se consideri il centocinquanta come triangolare in base alle tre cifre del numero, ecco che vi cogli la pratica, la contemplazione naturale e la teologia; o, ancora, la fede, la speranza e la carità, l'oro, l'argento e le pietre preziose. Ma ciò non riguarda che il numero. Quanto ai capitoli come tali, non disdegnarne l'umile aspetto: tu sai contentarti del molto così come del poco, e certo ti ricordi di Colui che non respinse i due spiccioli della vedova, ma anzi li accettò stimandoli più delle ricchezze di tanti altri. Riconoscendo, dunque, il frutto della benignità e della carità, serbalo per i tuoi veri fratelli, invitandoli a pregare per l'infermo, perché guarisca e, preso il suo lettuccio, possa infine camminare con la grazia del Cristo nostro vero Dio, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Nessun commento:

Posta un commento