Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 1 luglio 2013

Per scoprire la volontà di Dio su di te di Jean Lafrance s.j.

  1. Prega per scoprire la volontà di Dio su di te senza possibili illusioni. Poi rimani disponibile e abbandonato tra le mani del Padre.

Hai sentito la chiamata a seguire Gesù e hai accettato consapevolmente il rischio dell'amore
, servendolo nella totale povertà e umiltà. Come Paolo vuoi la vera sapienza: « Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso » (1 Cor 2, 2). È normale che tu viva in te una grande lotta tra questo desiderio di amare veramente il Cristo e quello di compiere invece la tua volontà. Solo lo Spirito Santo può purificare il tuo cuore, al punto di disporlo davanti a Dio a compiere la sua volontà.
Nella tua vita, tutto si riduce – in definitiva – a scoprire questa volontà di Dio, e a compierla: « Non sono coloro che dicono: Signore, Signore, che entreranno nel Regno, ma coloro che fanno la volontà di mio Padre ». In definitiva tu desideri accostarti al Cristo più da vicino nella sua totale povertà, ma non sai con esattezza quale forma particolare di povertà il Cristo voglia da te. Tutto quanto è buono e perfetto in sé, non lo è necessariamente per te. Tu aspetti dunque nella preghiera assidua che Dio ti riveli quello che in te fa ostacolo al dono totale e vero. L'importante non è quello che tu decidi di abbandonare per Dio, ma quello che egli vuole che tu abbandoni per lui.
È qui che le illusioni possono insinuarsi nelle tue migliori intenzioni. Ti può capitare di pensare che il meglio per te è il più difficile: quello che importa, in realtà, non è il fatto che un distacco o una attività ti ripugni o ti piaccia, ma che esiga maggior amore. Se, dopo aver pregato lungamente, intravedi quest'opera nella pace e nella fiducia, come una volontà di Dio per te, è un segno chiaro che Dio ti chiama a rispondervi generosamente. Sta certo che se preghi nella verità e lasci tempo al tempo – che è un fattore di primaria importanza per una decisione – Dio ti farà vedere quello che si aspetta da te.
È il momento di metterti di fronte all'opera dello Spirito Santo in te. Guarda semplicemente i doni ricevuti da Dio nelle differenti tappe della tua vita, le chiamate ricevute attraverso gli avvenimenti e le persone. Cerca di scoprire la vocazione che Dio traccia in te e che deve stagliarsi come un crinale sull'orizzonte. Ogni uomo porta nell'anima un mistero, il suo proprio mistero, che è quello del suo nome particolare. Tutta la sua angoscia su questa terra è di individuarlo. Solo il Cristo può rivelare all'uomo il mistero del suo nome, lui che, nel suo cuore di Figlio di Dio, è aperto eternamente all'essere, al cuore del Padre.
E insieme guarda se sei stato fedele a questa chiamata di Dio. Molto spesso hai utilizzato questi doni per servire le tue vedute personali, anche se di per sé buone. La vocazione che intravedi è un dono di Dio, o una costruzione che dipende da te? Quante illusioni nei tuoi desideri di santità e nelle tue attività al servizio degli altri!
Attento a non abbandonarti ad analisi psicologiche e ancor meno a considerazioni razionali, ma làsciati interpellare nel cuore del tuo essere. Proprio tu sei rimesso in causa da questa volontà di Dio. Da ciò deriva la necessità di una preghiera intensa e prolungata, per vedere te stesso con lo sguardo dello Spirito Santo. Ripeti a Cristo il tuo desiderio di non essere più che una sola cosa con la volontà di Dio. Solo la preghiera può purificare le tue motivazioni profonde e fare apparire in piena luce le intenzioni del tuo cuore.
Non ti stupire, allora, se fai l'esperienza della tua grande povertà che ti riduce a essere malleabile e duttile tra le mani di Dio. Sei un po' di terra nel cavo della mano di Dio e chiedi al soffio dello Spirito di venire a modellarti a immagine del Figlio. È una situazione non comoda, poiché non si tratta più di decidere da te solo di evitare una determinata cosa o di intraprenderne un'altra, ma di lasciarti puramente e semplicemente lavorare da Dio.
Tu ti abbandoni tra le mani di Dio in una totale indifferenza. È la disponibilità fondamentale quella che assicura la concordanza della tua vita di uomo con il disegno di Dio. In fondo, tu accetti di abbandonare tutto per seguire il Cristo, ma ti rifiuti di decidere da te solo: metti la tua forza nel non volere né un bene né un altro, se non ti muove il solo servizio di Dio nostro Signore (cfr Esercizi Spirituali di S. Ignazio. n. 155).
Di tali esseri, spossessati di sé, Dio può fare dei santi. Per arrivare a una tale disposizione che è difficile, perché tocca le radici stesse della libertà, è evidente che l'orazione è più necessaria che mai. Soltanto il Cristo può venire ad insegnarti e a darti la forza di offrirti così a Dio nel più grande sacrificio. Lui stesso ti ha aperto la strada con la sua Pasqua. Ripeti spesso la preghiera di abbandono del padre de Foucauld: « Padre mio, mi abbandono a te, fa' di me quello che vuoi. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto ».


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