Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, unico Dio, amen.
Carissimi,
o piccola chiesa adorna di Spirito Santo, gregge felice per il suo
pastore, mite come un agnello, vorrei far arrivare fino a voi l’aria che
si respira a Betlemme, in terra di Giudea, nella quale è nato Cristo.
Come se il Natale fosse stato ieri, o per meglio dire oggi. Anzi, in
ogni momento, sulla base della nostra fede nella festa e nella liturgia.
La liturgia divina, infatti, ha un effetto retroattivo che vivifica il
passato rendendolo realtà vissuta oggi, come ieri, come sempre. Poiché,
infatti, quando vediamo il neonato vediamo un Dio che ha piena statura,
possiede in sé l’esistenza, il tempo e l’essere, perché in lui furono
tutte le cose e senza di lui nulla sarebbe stato di ciò che è.
Noi festeggiamo il Natale oggi ma questi nostri festeggiamenti si
allargano a comprendere ogni giorno e forse anche la vita intera per
sempre.
Questi nostri festeggiamenti elevano gli eventi, le apparenze, i
luoghi e le persone fino a farci giungere al centro della volontà
divina, quella volontà del Padre dalla quale è disceso Cristo. In questa
volontà scoviamo la vera fonte dell’amore che è sgorgata il giorno di
Natale. Da allora, riversa ininterrottamente la sua acqua nei nostri
cuori. La nascita di Cristo è il culmine della rivelazione dell’amore
paterno del Padre nei confronti di noi che eravamo reietti, figli
dell’ira, schiavi del peccato e abitanti delle tenebre. Ed eccoci
divenuti figli dell’Altissimo, figli di luce e d’amore.
Cristo, fratelli, è figlio dell’amore e dall’amore non può che
nascere l’amore [...] Cristo è merce d’amore a prezzo stracciato,
esposta nel mercato di un mondo stracolmo di troppi altri amori. Molti
passano e gettano uno sguardo a questa merce ma non trovano in essa
nulla che seduca i loro istinti di godere e possedere e preferiscono a
essa l’amore di una donna, di un figlio, di una figlia, del denaro,
della reputazione, della fama, della gloria egemonica dell’ego.
Sottovalutano, così, l’amore di Cristo e non onorano la volontà del
Padre svelata in quest’amore. Costoro sono quelli di cui è stato detto
che disdegnano lo spirito della grazia ritenendo il sangue con il quale
si sono santificati al pari delle attraenti sozzure di questo mondo. Nel
correre dietro al desiderio di possessione e di vanagloria finiscono
per calpestare il Figlio di Dio.
Coloro che hanno acquistato questa merce a buon mercato, spregevole
agli occhi del mondo, accogliendo il Figlio, facendo dell’amore di
Cristo il loro unico scopo; coloro che hanno accettato di pagare il
prezzo di quest’amore non dico con i loro soldi, né con la loro dignità,
né con il loro corpo ma con la loro stessa vita per intero, gustando
ogni difficoltà e ritenendo ogni umiliazione un prezzo piccolo da pagare
per amore di Cristo, quell’amore gratuito per il quale non si chiede
nulla in cambio; costoro otterranno da Dio potere di considerarsi suoi
figli, poiché, amando il Figlio di Dio, hanno meritato di essere come
lui davanti al Padre. Le Scritture confermano che al Figlio di Dio è
stato dato il potere di condividere la sua eredità con quelli che egli
ama, la sua eredità nel suo Regno, la sua gloria e l’amore che il Padre
ha per lui.
Guardate fratelli di cosa ci fa dono oggi il Padre. Il Padre non ci
ha dato Cristo perché faccia per noi qualcosa che ci valga in questo
secolo. Né lo ha inviato al posto suo perché ci recapitasse un messaggio
di consolazione e di incoraggiamento nella nostra logorante fatica nel
mondo. Il Padre ci ha dato Cristo e ci ha dato con lui ogni cosa, ogni
cosa che è di Cristo: il suo Regno, la sua gloria, il suo amore, la sua
vita con il Padre.
Ciò che meno di tutto è di Cristo è la sua appartenenza a questa era,
ai capi e ai grandi di questo secolo, a quelli che spadroneggiano sulle
persone dominandole con le qualifiche di questo mondo. Questo, il
Padre, non ce lo ha dato in Cristo. Perciò tutti coloro che vanno alla
ricerca di ciò, necessariamente finiranno per rinnegare Cristo.
Guardate, fratelli, come e perché Cristo è nato in una mangiatoia e
per coprire il suo corpicino nudo non ha trovato che stracci vecchi. Non
è forse questo ciò che più di tutto appartiene a Cristo? Se oggi ci
venisse concesso ciò, sarebbe l’annuncio di un vero natale per il nostro
spirito.
Poi, correndo con gli anni, dico anche guardate a Cristo
schiaffeggiato da un servo del sommo sacerdote senza trovare alcuno che
lo difendesse. Egli gli chiese di smettere perché non aveva detto nulla
di male. Non è forse questo ciò che più di tutto appartiene a Cristo? Se
oggi ci venisse concesso ciò, sarebbe l’annuncio che abbiamo raggiunto
la croce vera.
Per concludere: gloria al Padre che ci ha dato Cristo donandoci con lui tutto ciò che è di Cristo.
Gloria al Figlio che ha condiviso con noi la sua eredità.
Gloria allo Spirito Santo che ha acceso i nostri cuori con l’amore per Cristo. Amen.
Matta El Meskin
7 gennaio 1969
7 gennaio 1969
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