Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 5 aprile 2014

Manda già odore

V DOMENICA QUARESIMA

Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?” (Gv 11,37). Questa è la domanda, per altro legittima, che alcuni si pongono.

Certo che avrebbe potuto; quello che ha fatto a morte avvenuta, lo avrebbe potuto realizzare prima. Allora perché Gesù ha volutamente lasciato che Lazzaro morisse? Infatti, è evidente che ha aspettato la sua morte, infatti “quando sentì che era malato, rimase due giorni nel luogo dove si trovava” (11,6). Di per sé, questa reazione non avrebbe senso; a rigor di logica, avrebbe dovuto affrettarsi, lasciando immediatamente ciò che stava facendo.
Troviamo la risposta in una preghiera della liturgia bizantina: “Per confermare la fede nella comune risurrezione, prima della tua passione, hai risuscitato Lazzaro dai morti, o Cristo Dio. … Impietosito dalle lacrime di Marta e di Maria, ordinasti di rimuovere la pietra dalla tomba: chiamando il morto lo risuscitasti, spezzando le sbarre della morte e confermando, tramite lui, o datore di vita, la risurrezione del mondo” 1.
Con il suo atteggiamento Gesù ci ricorda che “siamo polvere e in polvere ritorneremo”; la morte è una porta attraverso la quale dovremo passare tutti, prima o poi. Gesù non ci illude.
Nel contempo, però, egli ci mostra che cosa è la morte: “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo” (11,11). Chi dorme, sarà risvegliato; chi dorme, vive. Non per niente gli antichi hanno coniato il termine cimitero/dormitorio, per indicare il luogo della sepoltura.
Non ci è chiesto di amare la morte, perché comunque è separazione, ma di guardarla con occhi diversi. Gesù ci consente di porre lo sguardo oltre l'apparenza. Noi siamo destinati a vivere e non a essere disintegrati nell'inceneritore del nulla.
Abbiamo la promessa di Dio: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (11,26). Gesù chiede a Marta: “Credi questo?” e noi con Marta rispondiamo: “Si, o Signore, io credo”.Credo, non perché ho visto Lazzaro risuscitare, ma perché Tu, mi ha detto che noi risorgeremo e, io mi fido di Te. Nessuno, con i suoi ragionamenti, può convincermi del contrario.

Tu che con la tua parola divina, o Cristo, hai risuscitato Lazzaro, risuscita, ti prego anche me, morto per i molti peccati”2. Attraverso il profeta Ezechiele, Dio di dice: “Io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe” (Ez,37,12). Noi possiamo essere fisicamente vivi, eppure morti a causa del dolore, del peccato, della solitudine, della paura, dell'indifferenza altrui ecc … Senza accorgercene, a volte siamo bloccati dentro dei sarcofagi di pietra, dove non entra luce né aria. Gesù può raggiungerci anche lì, se ci lasciamo tirare fuori, grazie a Lui, la nostra esistenza può cambiare.
Gesù chiede il nostro aiuto; ci invia, a nome Suo, a scoperchiare i sarcofagi altrui. Ci chiede di essere responsabili della vita degli altri e, quando ci accorgiamo che mancano di vita, desidera che non tiriamo diritto indifferenti, ma che ci fermiamo e facciamo ciò che possiamo.
La Chiesa intera è per Cristo, sacramento di salvezza, luogo dove ognuno può cercare la vita.
Ti chiediamo perdono Signore, per tutte quelle volte che, pur lamentandoci, non ti permettiamo di aprire i nostri sepolcri; quando preferiamo la sicurezza scomoda, alla vita offerta da te. Ti chiediamo perdono, per tutte quelle volte che, abbiamo visto un fratello o una sorella soffocati nella tomba, e ne siamo rimasti indifferenti o incapaci di metterci in gioco.
1Anthologhion, Vol. II 914s
2Id. 916

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