“Conversavano tra loro di tutto
quello che era accaduto … si fermarono col volto triste” (Lc 24,14;17):
queste persone avevano riposto grandi speranze in Gesù, ma ora stanno lasciando
Gerusalemme; quell’uomo così carismatico, gli era sembrato quello giusto,
colui
che avrebbe portato finalmente pace, libertà e sicurezza a Israele; invece lo
hanno visto martoriato, umiliato e ucciso. Per forza sono tristi e confusi.
Tutto sembra essere tornato come prima, con l’aggravante di una cocente
delusione in più. Essi sono convinti di essersi affidati ancora una volta a un
venditore di illusioni, anche se migliore degli altri, più credibile.
Mi pare che possiamo riconoscerci in quei discepoli delusi. Anche noi
pensavamo che Cristo fosse la soluzione ai mali del mondo, ma dopo duemila anni
cosa è cambiato? Salvo alcuni brevi periodi di apparente tranquillità, il mondo
continua a essere attraversato dal male che, con grande fantasia, continua
crudelmente a mietere vittime. Ci sembra che, a regnare sulla nostra storia,
non sia Cristo, ma il diavolo. Abbiamo la sensazione che Cristo sia davvero morto,
sconfitto dal principe delle tenebre.
Non passa giorno in cui non restiamo inorriditi da qualche fatto
violento; uomini e donne, indipendentemente dall’età vengono barbaramente
uccisi. Ci sentiamo soli; abbiamo paura.
Ci siamo forse affidati a un’illusione? Stiamo spendendo la nostra vita
dietro a un grande fallito?
Forse, come i discepoli di Emmaus, discutiamo troppo fra noi, con
discorsi troppo umani. Abbiamo bisogno che Cristo ci affianchi nuovamente e ci
parli; abbiamo bisogno che Gesù ci faccia ardere il cuore; che si fermi a casa
nostra. Gli diciamo allora: “Resta con
noi, perché si fa sera” (Lc 24,29; Lui risponde: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno
ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli
con me” (Ap 3,20). Come fa il Signore a spiegarci se,
mentre cerca di affiancarci lo lasciamo parlare indifferenti o se, quando bussa
non gli apriamo la porta? Perché, purtroppo, questo è quel che avviene. C’è una
parte del mondo che odia Cristo e i suoi – del resto Gesù lo aveva detto: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di
voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché
invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo
vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più
grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”” (Gv 15,18ss) -, ma
ce n’è un’altra, altrettanto vasta, che lo ignora. Avviene con Lui, come quando
si incontra un mendicante molesto lunga la strada: si tira diritto, senza
dargli nemmeno risposta.
Eppure oggi noi ripetiamo: “Davvero
il Signore è risorto” (Lc 24,34); queste parole continuano a riecheggiare
dopo oltre duemila anni, passando di bocca in bocca. Purtroppo, ci siamo
pressoché abituati a sentirle, per cui spesso non hanno la forza di farci
passare dal “volto triste” al cuore che
arde. Facciamo nostre le parole del giusto Giobbe: “Oh, se le … parole si
scrivessero, se si fissassero …, fossero impresse con stilo di ferro sul
piombo, s'incidessero per sempre sulla roccia!” (Gb 19,1); potessimo tornare a casa, toccati
dalla forze di queste parole. Che bello se, dopo questi giorni, sentissimo il
bisogno di correre anche noi, come i discepoli, per dire a tutti la bella
notizia.
Noi vediamo che effettivamente il male
sembra diffondersi e prevalere, ma sappiamo che esso può solo vincere delle
battaglie, non la guerra.
San Paolo ci dice: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù” (Col 3,1); è
giunto il momento di diventare strenui collaboratori di Dio e fieri oppositori
del maligno. E’ giunto il tempo di rifiutare ogni forma di religiosità che
sappia solo sfiorarci, senza segnare in profondità la nostra carne; a Messe che
ci lasciano completamente indifferenti e Confessioni senza pentimento e senza
convinzione. E’ ora di dire basta a una fede che non riesce a raggiungere tutti
gli aspetti della nostra esistenza.
Laddove ci sono degli uomini di Dio, Cristo
vince; Cristo Regna; Cristo impera. Non basta più non fare il male: dobbiamo
scegliere di fare il bene e porci come ostacolo al male, anche quando non ci colpisce
direttamente. Non possiamo più stare alla finestra a guardare, perché il male,
è diffusivo – come un virus -, se ci risparmia momentaneamente, prima o poi ci
raggiungerà. Questa notte, siamo entrati con il cero pasquale accesso, mentre
la chiesa era completamente al buio; man mano che il cero avanzava, la tenebra
si diradava, anche perché a quell’unico cero, erano state accese le candele dei
numerosi presenti. La tenebra si dirada così, lasciandosi illuminare da Cristo e
diffondendone la sua luce.
Cristo è colui che vince il male e la
morte.
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