MARIA, MADRE DI DIO
“Le inviammo il Nostro Spirito, che assunse le
sembianze di un uomo perfetto. (Dopo
che Maria ebbe parlato egli le disse):
“Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro”.
Disse (Maria): “Come potrei avere un
figlio, perché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?”. Rispose: “E’ così. Il tuo Signore ha detto:
"Ciò è facile per Me … Faremo di lui un segno per le genti e una
misericordia da parte Nostra. E’ cosa stabilita"”. Lo concepì e, in quello
stato, si ritirò in un luogo lontano. … Tornò dai suoi portando [il bambino]. Dissero: “O Maria, hai commesso un
abominio!”
(Corano XIX, 18ss). Questo
testo non vi ricorda qualcosa? Certo: è molto simile all’annunciazione narrata
dagli evangelisti; però la fonte è molto diversa, si tratta infatti del Corano
il testo sacro dell’Islam.
Se i
racconti della nascita di Gesù sono così simili, vuol dire che i musulmano
guardano a Gesù nello stesso modo di noi
cristiani? Assolutamente no. Infatti se andiamo a leggere oltre lo stesso
libro, troviamo anche queste parole: “Il
Cristo Gesù figlio di Maria non è che il messaggero di Dio, il suo Verbo che
Egli depose in Maria” (Corano
IV,171); “Non dite: Tre! Basta, e
sarà meglio per voi! Perché Dio è un Dio solo, troppo glorioso e alto per avere
un figlio” (IV 172).
In questo primo giorno dell’anno celebriamo
una solennità dedicata a Maria, Madre di Dio (Theotokos). Questo titolo attribuito a Maria dai padri del
Concilio di Efeso del 431, sembra essere scontato, in realtà su di esso molto
si è discusso, perché dire che Maria è Madre di Dio, significa riconoscere che
Gesù Cristo, nato durante il regno di Erode il Grande e ucciso durante il
governo di Ponzio Pilato, è Dio. Il Concilio afferma con chiarezza: “Noi confessiamo che il nostro Signore
Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo …; generato dal
Padre prima dei secoli secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra
salvezza, alla fine dei tempi dalla vergine Maria secondo l'umanità; che è
consostanziale al Padre secondo la divinità, e consostanziale a noi secondo
l'umanità, essendo avvenuta l'unione delle due nature. Perciò noi confessiamo
un solo Cristo, un solo Figlio, un solo Signore. … Noi confessiamo che la
vergine santa è madre di Dio, essendosi il Verbo di Dio incarnato e fatto uomo
…” (Formula di unione, Concilio di Efeso
del
431).
Questa festa, quindi, più che essere
mariana, è cristiana; si parla di Maria, perché si è vuole dire qualcosa di
Gesù.
“Basta la salute” o “l’importante è la
salute”, dicono in molti. In realtà se ci fermiamo un attimo a riflettere ci
accorgiamo che è un’affermazione non pienamente vera, altrimenti tutti coloro
che sono sani, sarebbero soddisfatti, nella gioia e nella pace, mentre gli
ammalati tutti disperati. Sappiamo benissimo che così non è. Per quanto
indubbiamente la salute è uno dei fattori che rende la vita umana migliore, certamente
da sola non è sufficiente.
Abbiamo appena ascoltato una benedizione molto
bella: “Il Signore faccia risplendere per
te il suo volto e ti faccia grazia” (Nm 6,25). Ecco un dono molto prezioso
che può davvero fare la differenza nell’esistenza: vedere il volto del Signore;
non solo sentire parlare di Lui, ma incontrarLo, vederLo. Chiunque ha avuto la
grazia dell’incontro, sa cosa significa; comprende quanto cambia il senso della
vita; capisce quanto sono vere le parole del Salmista: “Un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove”.
“Quando
venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Eb
4,4). La storia raggiunge lo zenit quando Gesù viene al mondo, perché da quel
momento Dio può essere visto, toccato. Non c’è più nessuna limitazione, nessuna
impurità che rende impossibile l’incontro. Dio si lascia incontrare da tutti,
basta andargli incontro, basta accoglierLo.
Ecco quello che vorremo in questo nuovo
anno: vederti Signore; incontrarti e vedere la nostra esistenza cambiare; vorremmo
poter riflettere la Tua luce sul nostro volto. Vorremmo che chi incontrasse
noi, scorgesse un riflesso della Tua infinita bellezza. Vorremmo diventare
grazie a Te, operatori di pace.
Un’ultima parola mi pare indispensabile.
Quando parliamo di pace, pensiamo sempre ai massimi sistemi, alle guerre
sanguinose tra le nazioni; in realtà, se vogliamo essere concretamente
costruttori di pace, dobbiamo guardare alla vita che attraversiamo ogni giorno.
E’ lì che dobbiamo costruire pace. Se verranno meno le discordie tra i
fratelli, causate dalle eredità; se i vicini di casa impareranno a rispettarsi;
se i coniugi non consentiranno all’indifferenza di entrare in casa loro; se i
figli impareranno la riconoscenza; se noi sacerdoti e religiosi, diventeremo
compassionevoli e appassionati dell’umanità,
ecc … allora si spegneranno ogni giorno di focolai di guerra e si
diffonderà la pace. Solo se verranno meno le piccole, ma terribili guerre, si
spegneranno quelle tra le nazioni.
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