Comincio a chiedermi: perché?
Ho pubblicato i miei auguri di fine anno, con un video anche piuttosto triste e mi ritrovo con 111 visualizzazioni.
Ho pubblicato un bellissimo e profetico intervendto di papa Paolo VI (del 1969) e le visualizzazioni sono 9.
Mi dico che forse il discorso è troppo lungo e i "miei lettori", non hanno tempo, ma questa risposta non mi soddisfa.
Ho l'impressione che non ci rendiamo pienamente conto di quali tempi stiamo vivendo; siamo in una fase storica difficilissima, la cui evoluzione dipende anche da noi. Penso che, proprio in quanto cristiani, membri di un popolo regale, sacerdotale e profetico, abbiamo il dovere di lasciarci provocare dai profeti, i quali ci aiutano a leggere i tempi e a "prevedere" il futuro. Non possiamo più accontentrci di slogan e risposte facili; di sguardi troppo corti.
Non accontentiamoci di stare a guardare, perché quando una società crolla, sotto le macerie ci rimangono tutti.
Pensate che Paolo VI, 47 anni fa, aveva già riconosiuto i danni di una visione erronea del sacerdozio e che, ora, sono sotto gli occhi di tutti. Un sacerote che è equiparato a un operatore sociale, più che a un ministro della Grazia di Dio.
Egli parlava di un certo modo di fare pastorale e affermava: "perché escogitare forme nuove e strane d’apostolato di
dubbia riuscita e forse di precaria durata? Non conviene forse
perfezionare quelle tradizionali, e farle rifiorire, come il Concilio
c’insegna, di realismo pastorale di nuova bellezza e di nuova efficacia,
prima di tentarne altre, spesso arbitrarie e di non sicuro risultato, o
ristretto a gruppi particolari e staccati dalla comunione della plebe
fedele?". Cerchiamo sempre il nuovo e disprezziamo ciò che dichiariamo "vecchio".
Nel sottotilo del mio blog ho inserito una citazione di Chesterton, il quale dice: "Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”. Non voglio venire meno al senso di questo piccolo strumento.
Nel sottotilo del mio blog ho inserito una citazione di Chesterton, il quale dice: "Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”. Non voglio venire meno al senso di questo piccolo strumento.
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