Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 15 gennaio 2017

Eccomi, manda me


II DOM. T.O.



     Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù” (1Cor 1,1). Siamo abituati a questo sostantivo, apostolo; sappiamo che si riferisce ai Dodici più stretti “collaboratori” di Gesù, ma Paolo non era uno dei Dodici. Il termine infatti, deriva da due espressioni greche apo- da e stello- inviare e significa, qualcuno che è inviato da un altro per compiere una missione.

     Chi è che invia e, perché invia?


     Dio manda, incarica qualcuno di una missione, affinché la salvezza possa raggiungere tutti. L’abbiamo già detto in passato,  salvezza e salute hanno la stessa radice latina salus. Non per niente si usa dire, quando qualcuno sfugge a una disgrazia che, è “sano e salvo”.

     La salute è il contrario della malattia; se malato è colui che è intaccato da un male, chi ha salute è perché da quel male è stato preservato o guarito.

     Dio vuole che, la creazione, uscita buona e bella dalle Sue mani – “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 21,31) -, ma rovinata, resa malata dalla volontà degli uomini, torni a risplendere secondo il Suo progetto.

     La creazione è stata definitivamente risanata da Gesù, con l’amore che lo ha portato a incarnarsi e a offrirsi liberamente alla passione-morte-risurrezione, eppure ci accorgiamo che il male ancora la intacca: un figlio fa uccidere con l’ascia i propri genitori; un sacerdote promuove un giro di prostituzione; le madri sono lasciate libere di uccidere i propri figli; politici si servono dei cittadini, invece di servirli ecc … (stiamo parlando di uomini e donne battezzati).

     Come mai?

    Proviamo a pensare a coloro che subiscono delle operazioni chirurgiche importanti, ma non accettano di stare alle prescrizioni mediche e fanno di testa loro; pur essendo guariti, rischiano di avere delle ricadute e, addirittura, di morire. La creazione è un po’ così, a causa della nostra incuria e presuntuosa supponenza che, ci porta ad aprire la porta a una recrudescenza della malattia. L’autonomia da Dio continua a essere la causa del male del mondo.       Il Signore però non  si arrende! “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato” (Is 49, 15s). Egli continua a inviare uomini e donne, per chiamare i loro simili, per indicargli la via della salute. Nella Chiesa la legge suprema è la salus animarum, la salvezza delle anime.

     Scrive Bernanos: “Tanti devoti e devote hanno l’aria di credere che (la Chiesa), sia solamente un riparo, un rifugio, una specie di albergo spirituale attraverso i vetri del quale si può avere la soddisfazione di guardare i passanti, la gente di fuori … camminare nel fango”, ma questo è la negazione dell’essere Chiesa. Noi che, siamo la Chiesa, pur con ministeri differenti, siamo inviati, non per guardare gli altri, ma per essere “pescatori di uomini”. Un uomo, nel mare, è destinato a morire, perché è fuori dal suo abitat, gli manca l’ossigeno. Qualcuno è mandato a “pescare” noi e noi, siamo mandati a pescare gli altri. In caso contrario, il Signore ci ricorderà che, abbiamo commesso un’omissione di soccorso.

     Giovanni Battista lo dice chiaramente: “Ecco l’agnello di Dio, Colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29); ecco Colui che può e vuole guarirti. Cristo è il medico; Cristo è la “cura”. Solo chi è stato medicato da Lui, può, a sua volta, indicarlo agli altri. Quante volte, invece, sembriamo stregoni, più che “medici” che, suggeriscono tutto, meno che la cura adeguata.

     Oggi, ripetiamo le parole di Giovanni: “Ecco l’Agnello di Dio” e facciamo come i discepoli che, a quelle parole, “sentendolo parlare così, seguirono Gesù” (Gv 1,37). Grazie alla parola del profeta, i discepoli cominciarono ad andare in cerca di Gesù e Lui, “allora si voltò e osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate”?”, dopo di che essi “andarono e … rimasero con lui”.

     Signore, mandaci ancora qualcuno che sappia indicarci Te; che non ci facciano prendere scorciatoie che, si rivelano poi, strade senza uscita.

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