Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 29 aprile 2017

Liturgia e vita


III DOM. PASQUA



     In quello stesso giorno …” (Lc 24,13); cioè la domenica, dopo che Gesù è stato ucciso e la Sua tomba è stata trovata vuota, Egli stesso si è messo in cammino a fianco dei discepoli. Nulla si è interrotto, cambia solo il modo di essere presente da parte di Gesù. Egli stesso ha promesso: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).


     La liturgia ci aiuta, non  solo a ricordare episodi di un lontanissimo passato, ma li rende presenti adesso e qui, facendoci immergere in essi, per uscirne trasformati. La liturgia non è uno strumento per emozioni, ma luogo privilegiato di conversione.  Questo episodio mostra le conseguenze che Gesù risorto opera nei due discepoli: conversione dalla disperazione alla speranza; conversione dalla tristezza alla gioia; e anche conversione alla vita comunitaria. Talvolta, quando si parla di conversione, si pensa unicamente al suo aspetto faticoso, di distacco e di rinuncia, essa invece è anche e soprattutto fonte di gioia, di speranza e di amore. Essa è sempre opera di Cristo risorto, Signore della vita. In particolare i Sette Sacramenti sono  mediazioni,  segni efficaci, attraverso i quali  Cristo stesso, risorto e vivo, continua a  opera a nostro favore.  Per questo San Leone Magno ha affermato: “Quanto del nostro Redentore era visibile, è passato nei Sacramenti (PL54, 398).

     Ecco allora che noi presenti in questa chiesa in Parma, ci ritroviamo ora a camminare con i due discepoli verso Emmaus o, meglio, Cristo si affianca e  continua a camminare con noi che attraversiamo le strade di Parma: “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).

     Gesù compie per quei due uomini, ciò che fa per noi quotidianamente: li mette in contatto con la Parola di Dio, per fargliene comprendere il senso più profondo e, spezza il pane per loro. Cos’è l’Eucaristia se non questo? Infatti “è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura” (SC 7) e “al centro della celebrazione dell'Eucaristia si trovano il pane e il vino i quali, per le parole di Cristo e per l'invocazione dello Spirito Santo, diventano il Corpo e il Sangue di Cristo” (CCC 1333).

     Per questo la liturgia deve diventare il cuore della nostra esistenza di cristiani; per questo ha poco senso essere “credenti, ma non praticanti”. Sentite cosa scrive Benedetto XVI: “la Chiesa è in pericolo quando il primato di Dio non appare più nella liturgia e così nella vita. La causa più profonda della crisi che ha sconvolto la Chiesa risiede nell’oscuramento della priorità di Dio nella liturgia. … il vero rinnovamento della liturgia è una condizione fondamentale per il rinnovamento della Chiesa".

     La vita dei credenti e la liturgia non sono qualcosa di alternativo, dove ciò che conta sarebbe  la vita concreta, perché la liturgia, vissuta in pienezza, diventa sorgente di una vita diversa. La liturgia non aliena dalla vita, ma ci fa entrare in essa con lo sguardo e il cuore di Cristo. Non per niente i Santi che, in molti modi hanno lasciato un’impronta indelebile nella vita del mondo, sono tutte creature  profondamente immerse nella liturgia.

     I discepoli di Emmaus ci mostrano come si può uscire dall’incontro con Cristo. Prima che Gesù li affiancasse i “loro volti erano tristi”, erano delusi e confusi, perché ancora una volta credevano di avere messo le loro speranze in mano a un venditore di fumo; i loro occhi erano incapaci di riconoscere Gesù, quello stesso con il quale avevano condiviso la vita fino a pochi giorni prima; dopo l’ascolto del Signore e, ancor di più, dopo che Lui ha benedetto e spezzato il pane, i loro cuori hanno cominciato nuovamente ad ardere e gli stessi loro occhi, “riconobbero” il Signore e “partirono senza indugio …”. Essi si sentono toccati interiormente, cominciano a vedere ciò che prima non riconoscevano, diventano annunciatori contenti di ciò che hanno sperimentato.

     Non lasciare Signore che la Parola che Tu ci annunci ci lasci indenni; sia per noi quella spada a doppio taglio che penetra in profondità è trasforma anche i cuori più duri. Donaci occhi capaci di vedere oltre l’apparenza; che ci consentano di vederTi presente in quel poco pane e nel vino, trasformati da Te, attraverso la povera mediazione di un sacerdote. Aiutaci a cercare Te in queste nostre celebrazioni, così che possiamo uscire e percorrere le strade con uno spirito nuovo.

 

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