II DOM. PASQUA
Non spaventarti se senti il bisogno di capire, di vedere: Gesù non si
irrita,
anzi ritorna apposta per te. Del resto, Gesù
sapeva benissimo che, dopo la morte dei testimoni oculari, tutti si sarebbero
trovati nella condizione di Tommaso e nella necessità di essere accompagnati
nella loro ricerca della Verità.
Il caso dell'apostolo Tommaso è importante,
perché ci dimostra che ogni dubbio può approdare a un esito luminoso oltre ogni
incertezza e, ci incoraggia a proseguire, nonostante la difficoltà, sul nostro
cammino di adesione a Lui. “Mio Signore e
mio Dio” sono le parole di uno che ha detto: “Non credo se non vedo”. Al contrario, bisogna avere paura
dell’immobilismo, di una fede senza domande che, non cerca nulla e si
accontenta di poche e confuse nozioni apprese in un lontano passato.
Gesù dice ai suoi, ma anche a me e a te, una
cosa straordinaria: “Come il Padre ha
mandato me, così io mando voi”. C’è una svolta storica: Dio affida a una
comunità umana, alla Chiesa, di continuare a realizzare nel mondo il Suo
progetto. Chiesa deriva da [ek-kaléo], composto dal verbo [kaléo]
(chiamare, invitare, convocare) e dal
prefisso [ek] (da, fuori, con senso di
moto da luogo): quindi chiamar fuori
qualcuno da qualche luogo. Questa
assemblea non è una riunione casuale, ma l'incontrarsi di persone
chiamate da Dio appositamente a farne parte e con una missione preziosissima.
La Chiesa è la comunione dei convocati da
Dio per collaborare nella storia a edificare il Suo Regno. La Chiesa ha ancora
come modello da realizzare le caratteristiche che aveva duemila anni fa: la perseveranza
nell’insegnamento degli Apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane
(l’Eucaristia) e nelle preghiere. La Chiesa è il Cristo capo e i battezzati Sue
membra.
In
modo particolare oggi Gesù ci affida un compito: perdonare. Egli ha donato alla
Sua Chiesa ciò che è caratteristico della divinità. “Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?”
(Mc 2,7) dissero alcuni quando il Signore perdonò i peccati al paralitico.
Cristo consegna alla Chiesa questa possibilità di dare un respiro nuovo, una
vita nuova. “Beato l’uomo a cui è
rimessa la colpa e perdonato il peccato”.
Gesù è venuto a guarire con la misericordia di Dio il nostro
cuore ferito dal male che abbiamo compiuto, perché talvolta il male che più
pesa sul nostro animo non è quello che abbiamo ricevuto, ma quello che abbiamo
inferto ad altri.
Il pensiero
moderno pensa di guarire l’uomo convincendolo che egli non commette mai alcun
male, che le sue scelte sono in fondo
determinate dalle circostanze e, quindi non ne ha nessuna
responsabilità.
La parola
“peccato” è come scomparsa dal linguaggio comune: le si preferiscono termini come
“difetto”, “errore”. “Peccare” è,
invece, la scelta che avremmo potuto evitare e che pure abbiamo compiuto, come
ben sappiamo nella nostra coscienza.
Chi conosce
l’animo umano, sa bene che il ricordo di
un grave peccato commesso, è come un tarlo nella memoria. Talvolta
il penitente che si è già confessato è come spinto a chiedere ancora perdono, tornando sul male commesso,
nonostante tante rassicurazioni, nonostante tante parole di consolazione già
ricevute.
C’è una
seconda esperienza che ci ricorda che il male è male: ci appare evidente ogni
volta che qualcuno lo commette contro di noi. Se anche scusassimo eternamente noi, ci
accorgeremmo con evidenza sempre che la persona che ci ha ferito avrebbe potuto
fare diversamente, avrebbe potuto evitare, nonostante le scusanti che talvolta
invoca e che pure ha.
Paradossalmente ogni volta che si nasconde il peccato, piuttosto
che aiutare la persona che ha sbagliato la inchiodiamo alla tristezza,
impedendole di misurarsi con il vero motivo del proprio dolore. Come insegna la psicologia, ciò che
viene nascosto nell’inconscio non scompare, ma riemerge sotto forma diversa.
Solo il
peccato confessato e il conseguente perdono hanno il potere di guarire l’animo
umano. Gesù è venuto per il perdono. È venuto fra gli uomini perché il suo
perdono ha il potere di cambiare anche ciò che è apparentemente
impossibile cambiare: il passato. Solo cambiare il passato apre la strada a scelte nuove. Con Cristo,
attraverso la Sua Chiesa, il presente può fiorire nuovamente.
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