Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 12 maggio 2019

Sine glossa


IV DOM. PASQ.

     Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani” (At 13,46).
Il popolo d’Israele viveva il suo rapporto con Dio con un senso di esclusività e si sentiva sicuro, in quanto popolo eletto, figlio primogenito. Dava per scontato che nulla sarebbe cambiato che, Dio sarebbe stato sempre dalla sua parte, nonostante l’infedeltà e la durezza di cuore. Oggi invece Dio “scuote la polvere dai Suoi calzari”. Il Signore, quando è rifiutato, va in cerca di chi è disponibile ad accoglierLo. “Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, (Qo 3,1s), per questo dobbiamo accogliere il Signore quando passa, oggi e non rimandando sempre a domani: “Non aspettare il tempo, perché il tempo non aspetta voi” (Caterina da Siena, Lettera III).

     “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono” (Gv 10,27).  Quando san Francesco d’Assisi incontra Cristo e si lascia trasformare da Lui, il Vangelo diventa la sua regola di vita, da vivere sine glossa[1], alla lettera, senza addolcimenti. Francesco non vuole troppe spiegazioni perché sa che finiscono spesso per annacquare la forza del Vangelo. Ripresento le parole di M. Delbrel, donna innamorata di Cristo e del Vangelo: “Il Vangelo … è fatto per diventare il libro della nostra vita. Non è fatto per essere compreso … ma per essere accolto dentro di noi. … la parole del vangelo ci plasmano, ci trasformano, ci assimilano a sé.   … Quando Gesù dice: “Non richiedere ciò che hai prestato”, oppure “Si, si, no, no: tutto il resto viene dal maligno”, non ci è domandato che di obbedire … e non sono i ragionamenti che ci aiuteranno a farlo”.[2] A questo proposito argomenta ironicamente anche il pastore Bonhoeffer: “Gesù dice: se uno ti colpisce sulla guancia destra, offrigli anche l’altra - e noi comprenderemmo: proprio nella lotta, proprio nel restituire il colpo il vero amore per il fratello diventerà grande. Gesù direbbe: cercate prima di tutto il Regno di Dio - e noi comprendiamo: naturalmente dobbiamo prima occuparci di tante altre cose. Come potremmo vivere altrimenti? …. Si tratta sempre dello stesso atteggiamento, cioè del cosciente annullamento dell’obbedienza semplice, letterale”[3]. Ecco ancora le sue parole: “Com’è possibile un simile rovesciamento? Che è accaduto, che ci si possa prendere gioco in questo modo della Parola di Gesù? che essa possa essere esposta allo scherno del mondo?”.
     Ho fatto questa lunga premessa, perché il Signore Gesù ci ha appena detto che, Sue pecore sono coloro che “ascoltano la Sua voce” e “Lo seguono”, ossia chi sa riconoscere la Sua voce, in mezzo a tante voci più forti e la Sua Parola in mezzo a tante parole. Non coloro che ascoltano e commentano, valutano, interpretano, ecc …, ma chi accoglie la Sua proposta e concretamente si mete in cammino.  Gesù non è un maestro di sapienza, ma di vita. Egli offre vita a chi cammina con Lui, mettendo i piedi nelle Sue impronte: “Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è comportato” (1Gv 2,3ss).
     Quanta strada dobbiamo ancora fare Signore. A pensarci quasi ci viene da piangere, ma poi ci ricordiamo che Tu sei il Buon Pastore, colui che ha “dato la Sua vita per le pecore” e allora, invece di demoralizzarci, scegliamo di provarci, di ripartire. Soccorrici con la Tua grazia.


[1] Glossa: Ciascuna delle annotazioni interlineari o marginali che accompagnano i testi giuridici medievali. 
[2] M. Delbrel, La gioia di credere, Gribaudi 29-30
[3] D. Bonoheffer, Sequela

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