Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 8 settembre 2019

Una folla numerosa

XXIII DOM. T.O.

Una folla numerosa andava con lui” (Lc 14,24). Gesù potrebbe fare carte false per trattenere questa folla – i grandi numeri fanno gola a molti -
; basterebbe guarire due o tre persone o sfoderare tutta la Sua straordinaria capacità oratoria, invece manifesta immediatamente che i “numeri” non sono il Suo problema né il fine della Sua presenza. Del resto lo sappiamo bene, chi rimase con Gesù quando dovette affrontare l’odio degli uomini: Sua Madre, la sorella di Sua Madre, Maria di Cleofa, Maria di Magdala e Giovanni. Dove erano tutti gli altri?
Vi dirò di più, nella storia della Chiesa, molto spesso, i grandi numeri hanno portato con sé un indebolimento della forza della fede e della passione. La vita consacrata, nasce nel momento stesso in cui il Cristianesimo non più perseguitato, può esprimersi liberamente. Quando la fede comincia a non “costare” più nulla, tanti aderiscono alla Chiesa, ma senza l’antica radicalità; ecco allora che alcuni uomini e donne, scelgono di non adeguarsi e si ritirano nel deserto, per non arrendersi e continuare a essere un fuoco che arde. Sono quei singoli – Benedetto da Norcia, Antonio il grande; Francesco di Assisi e tanti altri che, hanno segnato una svolta nella storia.
Gesù allora non sta chiedendo a nessuno di disprezzare gli affetti più cari – saremo giudicati sull’amore che avremo portato agli uomini, quanto più ai nostri cari -, ma di fare una scelta di campo: o scegli Lui o scegli altro. Questo non significa che tutti debbono diventare monaci, frati o suore. La sequela di Gesù può avvenire in qualsiasi condizione di vita. Ai religiosi è affidato il compito di profumare di Cristo ed essere una memoria viva della bellezza della vita evangelica che, poi ognuno esprimerà a seconda della vocazione ricevuta. La vita consacrata non è altro che un invito a seguire Cristo con passione e radicalità.
Quando a dodici anni Gesù rimase al tempio a discutere con gli scribi e i sacerdoti, a Sua Madre che, insieme a Giuseppe Lo aveva cercato disperatamente, rispose: “Non lo sapevate che devono occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49). Ecco cosa significa “odiare suo padre, sua madre ...”: scegliere la via evangelica, ogni volta che la volontà degli uomini e quella di Dio entrano in conflitto. “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa” (Mc 10,34).
Sostanzialmente Gesù ci sta dicendo, si proprio a te e a me che, essere cristiani non significa altro che essere di Cristo, andare dietro a Lui, imparando da Lui a vivere in maniera nuova, lasciandoci rendere nuovi da Lui. Sembra tutto così esagerato, ma “questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa”. I Santi sono qui con noi, per ricordarcelo. Noi possiamo permetterci solo la progressività del cammino, ma non le mezze misure, la mediocrità, la tiepidezza.
Allora comprendiamo il senso del discorso della torre da costruire o della guerra da combattere: la vita cristiana è una cosa seria che, richiede consapevolezza e scelte molto concrete.
Forse se le nostre chiese si stanno svuotando, è anche perché noi che le abitiamo, non riusciamo a mostrare la passione che ci abita e che, ci brucia dentro come un fuoco. Chi ci vede, vuole riconoscere i gesti e le parole di Cristo.
Perdonami Signore, se fin’ora mi sono accontentato, non permettendo allo Spirito Santo di essere vento che muove le mie vele e mi conduce dove vuole il Padre; di esser fuoco che brucia i miei peccati e scalda il cuore; di essere acqua che dove giunge porta vita. Io so che il Vangelo è la Tua sapienza che mi insegna a vivere come deve vivere un uomo, ma troppo spesso non ho il coraggio di metterlo in pratica: forza le mie paure e difese e guidami là dover Tu sei e vuoi che sia con Te.

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