Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 6 ottobre 2019

La fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.

XXVII DOM. T.O.

Aumenta la nostra fede (Lc 17,6). Cos’è la fede? Ascoltiamo cosa dice l’apostolo Giacomo: “Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! (Gc 2,19).

Il primo riconoscimento di Gesù Cristo come figlio di Dio nel Vangelo non è quello di san Pietro o degli altri Apostoli, ma dell’indemoniato di Cafarnao che, nella sinagoga di quella città un dice: «Io so chi sei tu, il Santo di Dio»; non dimentichiamo poi con quale precisione Satana cita la Scrittura, dopo i quaranta giorni nel deserto di Gesù – sembra un autentico biblista -. Non abbiamo bisogno della fede dei demòni. Sapere e tremare, non è certo ciò che il Signore desidera da noi. Siamo dei figli, non dei sottomessi.
Di fatto si può credere, ma non avere fede; si può essere praticanti, e nel contempo non avere fede.
I satanisti credono nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, più di tanti di coloro che vanno a Messa regolarmente - tant’è che fanno di tutto per profanarla -, ma non hanno fede.
La fede “demoniaca” è fatta di concetti conosciuti, ma che non diventano vita; che non producono conseguenze pratiche; che non edificano il Regno di Dio, ma piuttosto quello dell’Anticristo. Per questo l’apostolo Giacomo, con grande chiarezza dice: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (Gc 2,16ss).
La fede nasce e cresce, quando dal credere si passa alla fiducia. Alla fiducia, però si giunge solo grazie a un incontro personale, estremamente concreto e tangibile. Il Signore ci cerca e ci attende, per incontrarci e parlarci faccia a faccia; toccarci e ascoltarci. Non sta in cielo, lontano, ma è là dove noi siamo: nella nostra cucina, alla cassa del supermercato dove stiamo attendendo il nostro turno, a scuola, lungo la strada, sul treno, ecc … Quando ci si fida di Dio, solo allora ci si lascia condurre e condizionare da Lui. Con questa fede Dio cambia la storia personale e, quindi quella del mondo. L’uomo e la donna che accolgono Dio, diventano la porta che Gli consente di entrare nella storia. E’ questa fede che rende possibile l’impossibile.
Non pensiamo subito a miracoli o fenomeni straordinari, bensì:

- alla capacità di amare senza risparmio di sé: Padre Lino da Parma;
- al dono del perdono a chi ci fa molto male: mogli tradite;
- al dono della vita, fino a preferire il martirio, pur di non rinnegare Dio: monsignor Romero;
- alla forza per vincere le tentazioni più potenti: San Francesco per ben due anni dovette lottare;
- alla capacità di rimanere fedeli alla propria vocazione, costi quel che costi, senza scappare sempre;
- alla libertà per la quale non ci si fa dominare da niente e da nessuno, contrario a Dio: Leone di Munster, vescovo Von Galen.
Queste sono le montagne che possiamo spostare, se abbiamo fede.

Perché gli Apostoli chiedono di aumentare la loro fede? Per rinviare a quel momento le scelte necessarie? Per avere una scusa per non dovere agire qui e ora? Sono forse come coloro che dicono di voler aspettare il futuro, quando le condizioni saranno più adeguate, per iniziare a pregare o per fare del bene? Non c’è scusa che tenga: comincia ora, con la fede che hai, quella basta, se è autentica.
Ora, Signore Dio nostro, non Ti chiediamo più: “Aumenta la nostra fede”, perché a Te non interessano le quantità, ma Ti diciamo: “Mostraci il Tuo volto”, aiutaci a riconoscere il Tuo profumo, il rumore dei Tuoi passi, il tono della Tua voce. Tutto questo ci ferisca il cuore, lasciando un segno indelebile che, trasformi dal di dentro la nostra esistenza, producendo frutti di vita nuova.

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