IV DOM. AVV.
“Nomen
omen”
dicevano i Romani - nel nome è già inscritto, in qualche modo, il
destino della persona -.
Oggi
abbiamo sentito attribuire
due
nomi a un bambino: Emmanuele e Gesù. Sono entrambi nomi ebraici e
significano letteralmente “Il
Signore è con noi”
e “Yhavè
salva”.
In
questi due nomi è racchiuso il progetto di Dio. Egli dice con
chiarezza che non vuole essere rinchiuso in un luogo distante e
inaccessibile; che
non ha paura di entrare in contatto con le Sue creature.
Ricordiamo
quando “gli
presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li
rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro:
«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite” (Mc
10,13): questo è lo stile di Dio, non tiene a distanza, ma cerca
e accoglie.
Mi
chiedo allora: Dio è con noi, fu con noi o sarà
con noi”? Fa una bella differenza saperlo, perché se non c’è
più o non c’è ancora, noi siamo soli.
Lui
stesso ci risponde: “Ecco,
io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»
(Mt 28,20).
Signore,
come
con noi?
C’è
un modo unico e insostituibile: i Sacramenti. «Cristo
è presente con la sua potenza nei sacramenti, di modo che, quando
uno battezza, è Cristo stesso che battezza»
(Sacrosantum
Concilium,
7). Essi
sono segni visibili che, permettono a Gesù di continuare ad agire,
per
me e per te,
qui e ora. Stare
lontano dai Sacramenti, è rischiare
la follia di tenere
a distanza Cristo.
Cristo
è presente anche
attraverso
coloro che Gli prestano occhi per guardare; bocca per parlare;
orecchi per ascoltare; mani per
toccare;
piedi per andare incontro e camminare a fianco; cuore per amare. Non
è poesia. La Sua presenza è reale, concreta, vera ed efficace
laddove qualcuno diventa Suo mediatore. Maria
SS.
è
l’immagine più bella: una donna ha
permesso
a Dio di incarnarsi. Gesù
ha camminato, parlato, toccato, ascoltato, ecc … grazie a Lei.
Maria
è il nostro modello.
Questo
significa che io posso consentire o impedire a Dio di essere “con
noi”. Scrive san Francesco di Assisi: “Siamo
madri , quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo
attraverso l'amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo
attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli
altri”
(Lettera
a tutti i fedeli,Fonti
Francescane
200).
“Gesù
… Con me cammina tra gli uomini d'oggi. Incontrerà ciascuno di
quelli che entreranno nella mia casa, ciascuno di quelli che
incrocerò per la strada … Tutti saranno quelli che egli è venuto
a cercare. Ciascuno, colui che è venuto a salvare. A coloro che mi
parleranno, egli avrà qualche cosa da dire. A coloro che verranno
meno, egli avrà qualche cosa da dare. Ciascuno esisterà per lui
come se fosse il solo. … Tutto sarà permesso in questo giorno che
viene, tutto sarà permesso ed esigerà che io dica il mio sì. …
”
(Madleine
Delbrel, Il
piccolo monaco).
Dio
è con noi, per salvarci. Ho
scoperto che gli uccelli nati in cattività,
pur essendo rinchiusi
in una gabbia
angusta,
non vogliono essere liberati,
anzi,
liberarli
significa rischiare
di farli
morire.
Noi siamo così, chiusi inconsapevolmente in una grande gabbia, con
il mangime che ci viene offerto ogni giorno, ma la nostra natura non
si può esprimere; non riusciamo più a spiegare le nostre ali,
oramai atrofizzate. Gesù
ci ha tirato fuori dalla gabbia e ci chiede di volare, di
essere come Lui ci vuole, creature libere: “Siamo
stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio
si è spezzato e noi siamo scampati”
(Salmo
123,7).
Grazie
Signore, perché sei sempre con noi. Donaci occhi capaci di
riconoscere la Tua presenza in questa nostra
quotidianità
tanto ordinaria che, Tu non consideri indegna. Fa’ che,
dall’incontro con Te, nasca e cresca il desiderio di una vita vera,
piena, degna.
Padre,
manda il Tuo Spirito Santo, affinché cediamo
tutta la nostra persona al Figlio Tuo, così che possa davvero essere
presente qui e ora, dove desidera.
Nessun commento:
Posta un commento