II DOM. T.O.
Nel
passato la peste ha
mietuto
in pochissimo tempo milioni di vittime, tanto da decimare la
popolazione europea.
Grazie a Dio, a un certo punto, è stato riconosciuto
il
mezzo di diffusione
della malattia e attraverso una
cura a base di
antibiotici è stata vinta,
anche se in giro per il mondo ci sono ancora alcuni migliaia di casi
ogni anno, perché
non sono venute meno le cause della stessa.
Con
un po’ di azzardo possiamo dire che Gesù è Colui che ha guarito
l’umanità da una malattia mortale, assumendo
su di sé il “virus”:
“Egli
non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; ... Egli
portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché,
non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle
sue piaghe siete stati guariti”
(1Pt
2,22). Il
peccato è stato vinto, il maligno è stato sconfitto. E’
come se Gesù avesse sradicato la mala pianta del male.
Purtroppo però, è sotto gli occhi di tutti, i peccati
sovrabbondano, tanto
da far pensare più a una sconfitta di Gesù che, non a una Sua
vittoria: perché?
Perché noi, invece di approfittare della “salute” che ci è
stata regalata, come uomini senza ragione, continuiamo ad avvicinarci
a ciò che ci fa ammalare, fino a rischiare la vita. Siamo
sani, ma ancora contagiabili. Del resto tutto è OFFERTO da Dio, non
IMPOSTO
e, diventa pienamente efficace in proporzione alla nostra adesione.
Nessuno può guarire se non accetta la cura.
Giovanni
Battista dice:
«Ecco l'agnello
di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”
(Gv
1,29). Già
il profeta Isaia, inconsapevolmente, aveva annunciato Gesù: “Io
ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino
all'estremità della terra»
(Is 49,6). Il
sostantivo salute deriva dal latino salus
–utis
che significa “salvezza”, per
cui salvezza e salute possono essere considerati sinonimi.
Il
Battista è il primo che indica la
cura, ma c’è ancora bisogno di uomini e donne che orientino lo
sguardo dei propri simili su di Lui. Il nostro mondo ha bisogno di
medici che propongano la cura adeguata. Gesù
è medico e cura. Il Vangelo non è altro che la medicina capace di
mantenere sana la vita degli uomini.
Chiunque
si sente guarito da Gesù, inevitabilmente lo dice a tutti quelli che
incontra. Se
il Signore ci ha portati fuori dalla condizione che ci faceva stare
male, non si può non condividerlo. Da guariti, diventiamo
annunciatori. Quando taciamo, convinti di rispettare così la libertà
altrui; quando affermiamo che una cura vale l’altra, in realtà non
facciamo altro che ostacolare la guarigione delle persone.
Dobbiamo
stare attenti, perché quando si è ammalati, si corre il rischio di
rivolgersi a chiunque sembri offrire la cura miracolosa; bisogna
invece imparare a discernere, perché il mondo è pieno di ciarlatani
che, invece di offrire la guarigione, non fanno altro che peggiorare
la situazione. Ricordiamo l’emorroissa: “una
donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto
sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi
senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di
Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva
infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò
salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo
corpo che era guarita dal male” (Mc
5,25ss). Questa
creatura “aveva
sofferto per opera di molti medici”
e solo in Cristo ha trovato la guarigione.
Ti
ringrazio Padre, per avere messo sulla mia strada uomini e donne che
mi hanno indicato Gesù e che, con la loro vita, più che non le
parole, mi hanno insegnato a seguirLo.
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