Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 19 gennaio 2020

Guariti, ma ...

II DOM. T.O.

Nel passato la peste ha mietuto in pochissimo tempo milioni di vittime, tanto da decimare la popolazione europea.
Grazie a Dio, a un certo punto, è stato riconosciuto il mezzo di diffusione della malattia e attraverso una cura a base di antibiotici è stata vinta, anche se in giro per il mondo ci sono ancora alcuni migliaia di casi ogni anno, perché non sono venute meno le cause della stessa.
Con un po’ di azzardo possiamo dire che Gesù è Colui che ha guarito l’umanità da una malattia mortale, assumendo su di sé il “virus”:Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; ... Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 2,22). Il peccato è stato vinto, il maligno è stato sconfitto. E’ come se Gesù avesse sradicato la mala pianta del male.
Purtroppo però, è sotto gli occhi di tutti, i peccati sovrabbondano, tanto da far pensare più a una sconfitta di Gesù che, non a una Sua vittoria: perché? Perché noi, invece di approfittare della “salute” che ci è stata regalata, come uomini senza ragione, continuiamo ad avvicinarci a ciò che ci fa ammalare, fino a rischiare la vita. Siamo sani, ma ancora contagiabili. Del resto tutto è OFFERTO da Dio, non IMPOSTO e, diventa pienamente efficace in proporzione alla nostra adesione. Nessuno può guarire se non accetta la cura.

Giovanni Battista dice: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” (Gv 1,29). Già il profeta Isaia, inconsapevolmente, aveva annunciato Gesù: “Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra» (Is 49,6). Il sostantivo salute deriva dal latino salus –utis che significa “salvezza”, per cui salvezza e salute possono essere considerati sinonimi. Il Battista è il primo che indica la cura, ma c’è ancora bisogno di uomini e donne che orientino lo sguardo dei propri simili su di Lui. Il nostro mondo ha bisogno di medici che propongano la cura adeguata. Gesù è medico e cura. Il Vangelo non è altro che la medicina capace di mantenere sana la vita degli uomini.
Chiunque si sente guarito da Gesù, inevitabilmente lo dice a tutti quelli che incontra. Se il Signore ci ha portati fuori dalla condizione che ci faceva stare male, non si può non condividerlo. Da guariti, diventiamo annunciatori. Quando taciamo, convinti di rispettare così la libertà altrui; quando affermiamo che una cura vale l’altra, in realtà non facciamo altro che ostacolare la guarigione delle persone.
Dobbiamo stare attenti, perché quando si è ammalati, si corre il rischio di rivolgersi a chiunque sembri offrire la cura miracolosa; bisogna invece imparare a discernere, perché il mondo è pieno di ciarlatani che, invece di offrire la guarigione, non fanno altro che peggiorare la situazione. Ricordiamo l’emorroissa: “una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male” (Mc 5,25ss). Questa creatura “aveva sofferto per opera di molti medici” e solo in Cristo ha trovato la guarigione.
Ti ringrazio Padre, per avere messo sulla mia strada uomini e donne che mi hanno indicato Gesù e che, con la loro vita, più che non le parole, mi hanno insegnato a seguirLo.






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