Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 5 gennaio 2020

Abbiamo bisogno di luce

EPIFANIA

Da tempo è iniziato un lento, ma continuo processo di allontanamento da Dio, percepito come un limite alla piena libertà – il “serpente” ha detto alla donna in Eden:
Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Gen 3,5); insinua che Dio è geloso dell’uomo e non vuole che si affranchi e si sviluppi liberamente -. Non sembra però che questo percorso abbia troppo giovato all’uomo e all’umanità; anzi, direi tutt’altro.
Pensiamo un istante alla parabola del Buon Samaritano. Chi è quell’uomo riverso sulla strada e chi sono i banditi che lo hanno quasi ucciso? Egli non è che il figlio giovane della parabola del Padre misericordioso, fuggito di casa in cerca di libertà e autonomia. Dopo avere provato tutti i piaceri possibili, non ha trovato che solitudine e fragilità. Quell’uomo è ogni uomo che sceglie di vivere come se Dio non esistesse, stando lontano da Lui. Sotto il velluto dei piaceri e delle libertà, si cela un pugno invisibile, che stringe quasi inavvertitamente, con piccoli tocchi. … L’uomo tarda a prenderne coscienza … rifiuta l’idea di non essere libero. Ancora inebriato di essersi affrancato da leggi, credenze e tutele, si lascia catturare da una cultura sempre più esigente, competitiva e normativa. Non riesce a valutare le costrizioni che si impone, le servitù che lo modellano sottobanco. … Così procede … curvo sotto il peso di un carico invisibile” (Catherine Ternynck, L’uomo di sabbia, 18). Questa efficace citazione mi pare descriva bene la nostra condizione.
La stessa autrice scrive: “Da svariati decenni il mondo occidentale svuota la sua memoria come farebbe con i suoi granai. Getta in discarica e passa la scopa davanti alle sue porte. Così dilapida alla grande al sua eredità, persuaso che il nuovo possa supplire il vecchio, che il benessere del mercato e le promesse della tecnologia possano bastare a renderlo felice” in realtà “l’uomo scopre che il vuoto pesa (Ibid. 19).
Se quell’uomo è ogni uomo, il Samaritano è Gesù, Dio che, invece di adattarsi all’allontanamento volontario degli uomini, va in loro ricerca, facendosi uomo. L’amore non guarda mai da lontano, ma si fa vicino. E’ Dio stesso che, percorre la stessa strada degli uomini e che fa di tutto per soccorrerli, dopo che, a causa delle loro scelte sconsiderate, si ritrovano riversi lungo la strada feriti da nemici implacabili. Laddove tutti tirano diritto, Egli si ferma, perché non c’è nessuna creatura umana che non meriti la Sua attenzione e cura.
Gesù e il Vangelo sono ancora oggi, come ieri e come sarà domani, la risposta alle esigenze più profonde dell’umanità. Finché non Lo riaccoglieremo; finché non torneremo a casa; se non ci lasceremo raccogliere e affidare all’albergatore, rischiamo di rimanere dei tristi errabondi.
Cosa c’entra tutto questo con l’Epifania? Moltissimo, perché i Magi sono patroni dell’uomo moderno, pieno di desideri profondi, ma poco capace di dargli un nome e di perseguirli. Essi sono maestri della ricerca, forse unica via per arrivare a destinazione; sono maestri di una vita che è cammino impegnativo e rifiuto di una noia sedentaria e senza rischi. E’ come se, con i loro gesti ci gridassero: “Muovetevi, non accontentatevi di contemplare le stelle o di sognarle: seguitele!”.
La tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli (Is 60,2): le vediamo anche noi la nebbia e la tenebra, ma sappiamo che esse sono passeggere; perché noi siamo certi che il Sole risplende oltre le nubi. Per noi è evidente che la tenebra non avrà l’ultima parola, per questo non vogliamo entrare a patti con essa, ma camminiamo dietro ai Magi verso la luce.
Il mondo ha bisogno di “stelle comete” che, brillando, indichino la meta. Noi siamo mandati a essere questo; se noi non conosciamo la via e non la indichiamo, moltissimi rimarranno ad appassire, pur avendo a portata di mano la sorgente di acqua pura.
Padre, manda il Tuo Spirito, perché riaccenda in noi il desiderio del viaggio e la nausea per un’esistenza sicura, ma senza vita. Ci rialzi, ci aiuti a fare i preparativi per la strada da percorrere.

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