Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 21 novembre 2009

CRISTO RE DELL'UNIVERSO

Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna, ed ecco, … quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra, salivano dal mare.
La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila … Poi ecco una seconda bestia, simile a un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca…Dopo di questa, mentre stavo guardando, eccone un’altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il potere. Dopo di questa, stavo ancora guardando nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza straordinaria, con grandi denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna. Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che proferiva parole arroganti
” (Dn 7,2ss). Questo testo di Daniele presenta, con immagini che a noi non dicono assolutamente nulla, la successione di imperi che hanno coinvolto anche il territorio della Palestina. Daniele, in esilio col suo popolo, annuncia che all’impero Babilonese succederà quello dei Medi, poi dei Persiani, verrà il tempo di Alessandro il Macedone e dopo ancora diversi sovrani, tra i quali il perfido Antioco IV Epifane – rappresentato dal piccolo corno. Dopo questa visione, però, Dn vede anche “venire … uno simile a un figlio d’uomo” al quale “furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano” (Dn 7,14).
Questi regni, fondati tutti con la forza, erano considerati solidi ed eterni, invece si susseguirono inesorabilmente uno dopo l’altro.
In sintesi questo è l’orientamento della storia: i regni terreni non durano, soprattutto quando escludono Dio dal loro orizzonte. Pensate che A. Hitler ha fondato il Terzo Reich (Terzo Impero), che, nelle sue intenzioni avrebbe dovuto durare mille anni; invece, fortunatamente, è crollato rovinosamente dopo dodici anni; Mussolini s’era tutto ringalluzzito perché, con la conquista dell’Etiopia, aveva riportato l’Impero sui colli di Roma – fino a ieri sono stato a Dongo dove invece il Duce fu barbaramente ucciso. Lenin e la sua banda hanno fatto crollare il regime zarista e, fondato sul sangue di migliaia di uomini e donne, un impero che doveva diventare un paradiso sulla terra, eppure, dopo ottant’anni anche quella costruzione è crollata su se stessa. Non può esserci un regno terreno, capace di durare in eterno e di rispondere alle esigenze più profonde dell’uomo.
Daniele preannuncia anche la venuta di un Re definitivo. E’ chiaro che quest’uomo esiliato sta pensando al ritorno a casa, a un regno con dei confini terreni, su una terra precisa del Medio Oriente, ma la profezia biblica ha la capacità di parlare contemporaneamente a chi è vicino e a chi è lontano nella storia.
Gesù afferma di essere venuto a “dare compimento”, per cui il Signore chiarisce il significato di quella visione; solo con Gesù noi possiamo dare un nome a quel personaggio simile a un figlio di uomo. E’ evidente che è Gesù Cristo stesso.
I suoi perfidi carnefici, pur attraverso una tragica parodia hanno confermato la sua regalità: “i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi” (Gv 19,2). Lo stesso Pilato, fece scrivere sulla tavoletta affissa alla croce: INRI = JESUS NAZARENUS REX JUDEORUM = GESU’ NAZARENO RE DEI GIUDEI.
Perché allora ostinarci, dopo migliaia di anni a ripetere gli stessi errori? Perché continuare a dare credito a queste “bestie”, invece di investire nell’edificazione del Regno di Dio? Perché continuare ad andare dietro a sempre nuovi messia, dimenticando che c’è un unico Messia?
Cosa significa edificare il Regno di Dio? Lasciare che il Re, regni. Chiediamoci allora chi regna sulle nostre esistenze, Gesù o chi altro? Chi condiziona concretamente i nostri comportamenti: Gesù o qualcun altro?
Queste affermazioni significano che dobbiamo disinteressarci di ciò che avviene intorno a noi? Tutt’altro. Scriveva alcuni anni fa il Vescovo martire Romero: “”La Chiesa non deve identificarsi con i progetti storici degli uomini, sebbene deve illuminarli tutti … I momenti cambieranno, ma il progetto di Dio sarà sempre lo stesso: salvare gli uomini nella storia. Per questo la Chiesa, incaricata di portare questo progetto di Dio, non può identificarsi con nessun progetto storico. La Chiesa non ha potuto farsi alleata dell’Impero Romano, né di Erode, né di alcun altro re della terra, né di alcun sistema politico, né di alcuna strategia politica umana … La storia del tempo di Gesù è meravigliosamente uguale al nostro tempo. E Giovanni Battista non si fece membro di una fazione, ma si fece araldo del Re. Disse a tutti una parola di salvezza” (Intervista a “La vie”, 21 febbraio 1980). Scriveva ancora in un’omelia del 28 ottobre 1979: “(Il cristiano) non si lasci manipolare, non obbedisca ciecamente a tutte le consegne … Se è cristiano, abbia il suo criterio cristiano e sappia dire di no, quando c’è da dire di no, e non sia un pecorone nella corrente di tutti quelli che vanno seguendo ciò che come cristiani non si può fare. L’uomo è responsabile delle sue scelte personali; però se è cristiano deve salvare la sua fede, essere lievito nella massa”.

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