Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

martedì 1 dicembre 2009

AMMONIZIONI DI SAN FRANCESCO



A illuminare meglio il quadro della vita di Francesco e del suo Ordine, concorre efficacemente la raccolta delle AMMONIZIONI; esse consistono in ventotto brevi scritti. Forse soltanto alcune di esse furono dettate alla lettera dal Santo, le altre furono trascritte a senso. E’ probabile che egli le avesse rivolte ai frati durante i Capitoli. Qualcuna, senza dubbio, fu oggetto di conversazioni private, altre dette e ripetute durante le sue prediche.

I.
IL CORPO DEL SIGNORE

Il Signore Gesù dice ai suoi discepoli: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per me. Se aveste conosciuto me, conoscereste anche il Padre mio; ma da ora in poi voi lo conoscete e lo avete veduto”. Gli dice Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gesù gli dice: “Da tanto tempo sono con voi e non mi avete conosciuto? Filippo, chi vede me, vede anche il Padre mio” (Gv. 14,6-9).
Il Padre abita una luce inaccessibile (cf. 1Tm. 6,16), e Dio è spirito, e nessuno ha mai visto Dio (Gv. 4,24 e Gv. 1,18). Perciò non può essere visto che nello spirito, poiché è lo spirito che da la vita; la carne non giova a nulla (Gv. 6,64). Ma anche il Figlio, in ciò per cui è uguale al Padre, non può essere visto da alcuno in maniera diversa dal Padre e in maniera diversa dallo Spirito Santo.
Perciò tutti coloro che videro il Signore Gesù secondo l’umanità, ma non videro né credettero, secondo lo spirito e la divinità, che egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati. E così ora tutti quelli che vedono il sacramento, che viene santificato per mezzo delle parole del Signore sopra l’altare nelle mani del sacerdote, sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati, perché è l’Altissimo stesso che ne dà testimonianza, quando dice: “Questo è il mio corpo e il mio sangue della nuova alleanza [che sarà sparso per molti] (Mc. 14,22.24), e ancora: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna” (cf. Gv. 6,55).
Per cui lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, è lui che riceve il santissimo corpo e il sangue del Signore. Tutti gli altri, che non partecipano dello stesso Spirito e presumono ricevere il santissimo corpo e il sangue del Signore, mangiano e bevono la loro condanna (cf. 1Cor. 11,29). Perciò: Figli degli uomini, fino a quando sarete duri di cuore? (Sal. 4,3). Perché non conoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio? (cf Gv. 9,35).
Ecco, ogni giorno egli si umilia (cf. Fil. 2,8), come quando dalla sede regale (cf. Sap. 18,15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli, come egli stesso dice: “Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo” (Mt. 28,20).

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