Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 4 dicembre 2009

A PROPOSITO DI DINO BOFFO

L'articoletto che pubblico, tratto dal quotidiano Avvenire, non rientra propriamente nelle finalità del blog, però è molto utile per comprendere quanto male può fare un giornalismo mosso dalla ricerca dello scoop e dalla ideologia, piuttosto che, della verità. Inoltre conferma - se ce ne fosse bisogno -, che dobbiamo andare sempre alle fonti quando qualcuno spara a zero su Chiesa e dintorni.


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Accuse a Boffo: Feltri (direttore de Il Giornale) ci ripensa .

L'ammissione è finalmente esplicita: «La ricostruzione dei fatti descritti nella nota (il falso dossier elaborato non si sa da chi, ndr), oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali». Questo il nocciolo della risposta che oggi Vittorio Feltri, direttore del Giornale in prima pagina dà ad una lettrice che lo interpella sul tema a tre mesi dall'episodio. «Da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali - prosegue Feltri -, tantomeno si parla di omosessuale attenzionato. Questa è la verità. Oggi Boffo sarebbe ancora al vertice di Avvenire. Inoltre Boffo ha saputo aspettare, nonostante tutto quello che è stato detto e scritto, tenendo un atteggiamento sobrio e dignitoso che non può che suscitare ammirazione».

Quella di Feltri è «una retromarcia clamorosa e importante» ha commentato il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. «Dicemmo all'inizio della vicenda - ha proseguito - che con un galantuomo come Boffo il tempo sarebbe stato galantuomo. Questa volta abbiamo dovuto aspettare meno del consueto». «Le scuse pubbliche pubblicate sulla prima pagina del Giornale, tuttavia - ha aggiunto - non riparano completamente ai danni subiti non solo da Boffo ma anche da un metodo di informazione corretta fondata sui fatti, e non cancella le responsabilità di chi conduce battaglie mediatiche con mezzi tutt'altro che limpidi». Le affermazioni di oggi di Feltri - ha proseguito Tarquinio - sono importanti perché ridanno dignità «ad una vita brutalmente capovolta», ma devono «far riflettere noi giornalisti sulla responsabilità che abbiamo verso i lettori e verso noi stessi».

"L'articolo di oggi de 'Il Giornale' conferma il valore della persona del dottor Boffo che, ancora prima delle tardive ammissioni di Feltri, si è volontariamente fatto da parte per non coinvolgere la Chiesa, che ha peraltro servito da sempre con intelligenza e passione": è quanto ha dichiarato ai giornalisti monsignor Domenico Pompili, portavoce della Cei, commentando l'editoriale di oggi di Vittorio Feltri..

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