Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 27 dicembre 2009

SANTA FAMIGLIA

Non può, non farci riflettere il fatto che, Dio ha scelto di entrare nel mondo attraverso una giovane donna e, nel contempo, pur non avendo avuto bisogno di un padre terreno per essere generato, ha voluto un uomo che lo educasse, gli insegnasse a lavorare e a stare al mondo.
Se ci fermiamo un attimo a pensare, possiamo individuare almeno altri cento modi diversi, più adeguati alla Sua dignità, che avrebbero consentito a Dio di farsi presente nella storia; eppure, ha scelto di passare attraverso una coppia e di entrare e di stare nel mondo in una famiglia. E’ vero che oggi noi definiamo quella famiglia, “santa”, ma rimane pur sempre composta da una donna molto giovane, senza tanti grilli per la testa – don Tonino Bello l’ha definita “donna feriale”, che “viveva sulla terra. Non sulle nuvole. … i suoi gesti avevano come soggiorno obbligato i perimetri delle cose concrete. … Viveva un avita comune a tutti. Simile, cioè, alla vita della vicina di casa. Beveva l’acqua dello stesso pozzo. Pestava il grano nello stesso mortaio. Si sedeva al fresco dello stesso cortile” (Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni) - e da un falegname.
Forse non è vero, allora, almeno nel progetto di Dio, che la famiglia è un reperto archeologico, non più adatto ai nostri tempi, paragonabile a una carrozza a cavalli, bella, ma inutilizzabile o, come le vecchie costruzioni Lego, che si potevano scomporre e ricomporre a piacimento.
Almeno noi cristiani dovremmo custodire questa realtà tanto preziosa e non renderci complici di coloro che, per una qualche ragione, la vogliono indebolire e poi sgretolare. Il Signore ci chiama a custodire ciò che ci ha affidato.
Se percorriamo i Vangeli, troviamo però anche delle parole molto particolari di Gesù a proposito dei suoi familiari:
- «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,48ss);
- “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me” (Mt 10,37);
- “Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti … : «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,47ss).
Non pensiamo che Gesù abbia rinnegato i suoi; innanzitutto avrebbe commesso una manifesta violazione del comandamento: “Onora il padre e la madre”, ma Egli stesso ha affermato: “Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli” (Mt 5,19s); poi Gesù stesso è stato molto severo con coloro che, con la scusa di fare un’offerta al tempio, si liberavano dall’obbligo di sostenere economicamente i genitori: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korban, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi” (Mc 7,9ss); sotto la croce, poi vi era Maria e Gesù ebbe parole di attenzione e cura per lei quando la affidò a Giovanni.
Cosa significano allora queste parole?
La famiglia è la realtà sociale nella quale la persona impara a camminare, a parlare, a comportarsi in una dato modo, ad amare, ad assumere certi valori, ma ha anche il compito ineludibile di accompagnare ogni suo componente nel cammino di scoperta di Dio e del disegno che Egli ha predisposto nei suoi riguardi. La famiglia ha il compito di orientare, cioè indicare la strada di Dio, poi, permettere ai suoi membri di percorrerla con coerenza. Guai quando la famiglia cristiana si pone tra il progetto di Dio e le singole persone.
Gesù ama i suoi, ma ama di più Dio Padre e ci insegna che, quando i progetti umani dei familiari e quelli di Dio collidono, si deve avere il coraggio di scegliere Dio, anche a costo dell’incomprensione.

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