Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 30 gennaio 2010

A DOMANDA RISPONDO

Ciao Fra Andrea, ho seguito l'intervento di un monsignore a una conferenza sull'enciclica di papa Benedetto "Caritas in veritate", che io non ho ancora letta. E dice: "L'Enciclica è permeata di una profonda simpatia per tutto ciò che è umano, tutta la realtà è buona, ma contiene un ammonimento per l'uomo: Non dimenticare che hai una ferita, che sei segnato e hai bisogno di qualcuno che ti salvi".

Ma noi non siamo già salvati da Cristo? Il nostro compito su questa terra non è vivere da salvati?

Illuminami ...

***

Cosa significa "siamo salvati"?

Quando Dio ha creato tutto ciò che esiste - non sappiamo come lo ha fatto, ma sappiamo che lo ha fatto -, tutto era “tov” " buono-bello". Genesi, con le sue splendide immagini, ci mostra la profonda armonia che regnava quando, dal caos iniziale (ampia e profonda voragine; vuoto) Dio ha creato il cosmo (ordine). Infatti, il ricorso allo schema settenario per descrivere la creazione è un modo per rivelare che essa è tov ossia "bella e buona": sette volte si ripete il termine bara', "creare"; trentacinque volte (7 moltiplicato per 5) risuona il nome di 'Elohìm, "Dio"; la prima frase si compone di sette parole, così come la seconda di quattordici ... L'azione creatrice è concepita come un separare-ordinare a cui fa seguito un ornare-abbellire. Si ha, dunque, la consapevolezza che esiste un progetto divino nel creato.

Qualcosa, provocato dalla libertà dell'essere umano, ha frantumato tale armonia:
- Adamo (da adamah, terra) si nasconde da Dio per paura; si nasconde perché è nudo, cioè non si accetta più, si vergogna della propria natura;

- Adamo accusa Eva (vita), colei che aveva definita "carne della mia carne e ossa delle mie ossa";

- Adamo accusa Dio stesso, perché è Lui che gli ha messo accanto sua moglie;

- Eva accusa il serpente.

Sono frantumate tutte le relazioni: essere umano con se stesso; essere umano e Dio; essere umano e il proprio simile; essere umano e la natura; tutto ciò è stato provocato dalla tanto misteriosa, quanto libera, scelta della creatura umana che ha voluto rinnegare la propria natura, bella, ma fragile e limitata, per assumere quella divina. L'essere umano ha voluto diventare dio, ma come conseguenza non ha fatto che danni. Con questa scelta la creazione "buona e bella" è stata invasa da ciò che è brutto.
La morte di Gesù ha risanato tutto questo, perché alla disobbedienza dell'uomo è subentrata l'obbedienza di un altro uomo (vero Dio, ma anche vero uomo); all'egoismo è subentrato l'amore - la croce non è altro che questo -. In questo modo Gesù ci ha anche mostrato la via per salvare il creato: amore e obbedienza a Dio.

La croce è stata come un boccone avvelenato fatto ingoiare al maligno. Egli è stato sconfitto, il suo progetto di rovina del creato è stato sventato. Un Salmo afferma che, "siamo stati liberati, come gli uccelli dal laccio dei cacciatori; il laccio si è spezzato e noi siamo scampati".
Con il Battesimo questa libertà ci è stata regalata.

La fede però è il campo della vera libertà, non dell’imposizione; Dio non si impone, ma si propone; così Dio ci regala la libertà, ma non ci costringe a essere liberi.

Possiamo dire, allora che, pur essendo salvati e liberati, dobbiamo concretamente scegliere di vivere da persone libere e salvate.

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