Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 12 settembre 2010

"C'è più gioia in cielo ..."

XXIV DOMENICA T.O.

Sappiamo che il sostantivo Vangelo deriva dalle due parole greche eu buono e anghelion messaggio. La Scrittura ci presenta oggi uno degli aspetti più caratteristici e al contempo più dirompenti della bella notizia, del buon messaggio: chi si “perde” ha il diritto di tornare a “casa”. Ognuno di noi è prezioso davanti a Dio e nessuno di non può essere trattato al pari dell’immondizia destinata alla raccolta differenziata.
Pensate come doveva risultare sconvolgente il modo di comportarsi di Gesù. Tutti coloro che lo ascoltavano e lo vedevano agire erano stati formati all’idea che emerge dal racconto di Esodo: un Dio che, alla infedeltà del popolo, reagisce dicendo a Mosè: “Lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori” (Es 32,10).
Certo, se andiamo a scorrere l’A.T. possiamo già trovare i germi riconoscibili della misericordia divina, ma non sono così espliciti come ce li ha rivelati Gesù. Quando il Verbo di Dio si è incarnato ha scelto il nome Gesù – “Dio Salva” -; così vuole essere conosciuto il Signore.
Chi ascoltava Gesù aveva la mentalità di coloro di cui abbiamo letto o sentito parlare nelle ultime settimane. Ricordate la donna iraniana – una delle tante - condannata alla lapidazione per adulterio? Che dire poi di quell’uomo paralizzato a causa di una violenza che, ha chiesto al giudice – che gli ha dato ragione – di paralizzare chirurgicamente il suo aggressore – è la logica dell’occhio per occhio e dente per dente -.
Queste notizie ci indignano e ci scandalizzano.
Questa è la logica senza Cristo; Gesù fa la differenza, perché senza di Lui non è possibile conoscere il vero volto di Dio e sapere qual è la sua volontà, si può pensare che Dio voglia la morte del peccatore, la eliminazione dal campo dei puri.
Noi che siamo di Cristo o meglio, che diciamo di essere di Cristo – “Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato” (1Gv 2,6) -, siamo sicuri di avere fatta nostra la sua logica o siamo ancora immersi nel clima dell’A.T. – “Questi libri, (dell'Antico Testamento) sebbene contengano cose imperfette e caduche, dimostrano tuttavia una vera pedagogia divina. Quindi i cristiani devono ricevere con devozione questi libri … tuttavia i libri dell’Antico Testamento, integralmente assunti nella predicazione evangelica, acquistano e manifestano il loro pieno significato nel Nuovo Testamento” (DV IV,15s) -. Siamo davvero tra quelli che, come il Signore, non vogliono “la morte del peccatore, ma che si converta e viva”? Lo chiedo perché mi sembra che ci sia molto giustizialismo in giro che, in parole povere, è una “lapidazione” pubblica di colpevoli o presunti tali.
Perché ci scandalizziamo – giustamente – per le lapidazioni islamiche e non ci fanno problema quelle delle nostre case?
La pecora smarrita è da mettere sulle spalle e portarla a casa o da scuoiare sul posto?
Ricordate quando papa Benedetto ha tolto la scomunica ai vescovi Lefevriani? Scoppiò il finimondo. Ascoltiamo cosa scrisse quel sant’uomo: “La remissione della scomunica … ha suscitato all’interno e fuori della Chiesa Cattolica una discussione di una tale veemenza quale da molto tempo non si era più sperimentata. … Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia: questa è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del Successore di Pietro in questo tempo. Da qui deriva come logica conseguenza che dobbiamo avere a cuore l’unità dei credenti. … ora domando: Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello che “ha qualche cosa contro di te” e cercare la riconciliazione? … Ma non dovrebbe la grande Chiesa permettersi di essere anche generosa nella consapevolezza del lungo respiro che possiede; nella consapevolezza della promessa che le è stata data? … A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo” (Lettera di S.S. Benedetto XVI ai Vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei quattro Vescovi Consacrati dall’Arcivescovo Lefebvre).
Uno dei segni liturgici che indossa il pontefice – e con lui i Metropoliti – è il Pallio in lana d’agnello; esso è il segno della misericordia divina; è il simbolo del Buon Pastore.
Lasciamoci riportare a casa dal Buon pastore e non scandalizziamoci quando riporta altre pecore smarrite.

Nessun commento:

Posta un commento