Bambina mia carissima,
questo
è il mio diario, tutto il mio bene, che ti lascio in eredità in
mancanza d'altri beni che i papà usano donare ai loro figli. Ciò che ho
te lo dono per il giorno in cui, divenuta donna, potrai attraverso
queste righe seguire la vita di colui che fu tuo padre, e che non ha mai
cessato un solo istante di amarti.
Da
tanti mesi ho le tue foto davanti agli occhi e fisso i tuoi capelli
biondi che tanto amerei poter otccare con le mie dita. Purtroppo, non
posso seguire i tuoi giochi di birichina se non con l'immaginazione e
attraverso le troppo rare lettere che mi parlano di te.
Ho
riletto or ora l'ultima. Sembra che tu salga sulle vaccherelle e che la
sera, nel lavarti, tu rida di tutto cuore perché hai odore di
vaccherella. Figliolina cara! Possa la vita benedirti, e risparmiarti
strazi troppo crudeli dei quali forse sarei io responsabile.
Questo
papà che amavi con tutto il tuo cuore di bimba, quando eravamo tutti
insieme, e che la tua spensieratezza attuale ti fa ignorare, certamente
un giorno t'interrogherai chi era.
La
legge degli uomini è crudele, colpisce perché è d'uso colpire certi
atti, e il giudizio delle menti segue quello delle idee, in quanto non
crediamo se non ciò che ci mostrano gli occhi e riteniamo forza e verità
ciò che non è se non imperfezione e debolezza.
Non
cerco di giustificarmi, ma ci tengo che tu, che per i vincoli del
sangue, più tardi vorrai certamente scusarmi o comprendere i miei atti,
possa aver materia di giudizio, e che tu sappia che tuo padre non è
quello che potrebbe dipingerti l'immaginazione, ma ha qualcosa di forte e
di vero da donarti, nei limiti entro cui un uomo può donare qualcosa al
suo simile.
Se
al termine di queste pagine riuscirò a farti toccar con mano ciò che può
essere la vita, la vita vera, quella che comincia in questo mondo per
schiudersi là dove tutto è luce, se tu avrai potuto intuire la grandezza
e il valore di un'anima e come è di poco conto ciò che si chiama
successo terreno, queste righe non saranno vane; e forse tu stessa, un
giorno, davanti a Dio, attingerai in questo esempio tanto
vicino a te la forza e il coraggio di discernere da quale parte viene
la luce.
Io
vado a morire, bambina mia, e questa è una lunga agonia lucida e
fredda. Fra due mesi sarò morto, poiché il ricorso di grazia dev'essere
presentato a fine settembre. Farsi illusioni sull'esito? Ne ho
oltrepassato il tempo. So che non può essere se non rifiutato.
L'intelletto
mi lascerebbe credere che vi sia qualche ipotetica possibilità
dell'ultima ora, ma la fede che mi inabita e la volontà che mi spinge a
fare il dono della mia vita, in una pace che il mondo ignora, mi
darebbero da sole la certezza sufficiente a non crederlo.
Nelle
pagine che seguiranno, vorrei poter farti intuire, quanto più
visibilmente possibile, la manifestazione della volontà divina che per
vie impenetrabili conduce un'anima alla luce della vita, il
concatenamento degli atti di cui non discerniamo gli agganci fino al
giorno in cui tutto si compendia nella parola Amore.
Non
ho alcun talento letterario, così cercherò di scriverti qualche riga
ogni giorno. Vi riferirò che cosa ho fatto e quali possono essere le mie
impressioni, i miei pensieri e anche i miei ricordi. In tal modo
imparerai a conoscermi e a poco a poco il passato e il presente
diverranno una cosa sola per approdare a quell'atto per il quale sono
nato e che proviene da una grande misericordia.
Possa
io giungere a trascrivere su questa carta tutto ciò che sento e a farti
toccare con mano ciò che per me è sufficientemente chiaro, ma tanto
difficile da analizzare e tradurre.
...noi serbiamo rancore...risentimento....Dio...ci aspetta paziente e.....quando siamo più deboli...finalmente più disponibili, nel piccolo varco del nostro cuore, anche il più indurito....entra e fà miracoli.....Anna
RispondiEliminaun bel blog!Grazie!
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