IV DOM. T.O
“Il Signore disse a Gedeone:
«La gente che
è con te è troppo numerosa, perché io consegni (il nemico) nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi
dinanzi a me e dire: “La mia mano mi ha salvato”. Ora annuncia alla gente:
“Chiunque ha paura e trema, torni indietro e …”». Tornarono indietro
ventiduemila uomini … e ne rimasero diecimila. Il Signore disse a Gedeone: «La
gente è ancora troppo numerosa; falli scendere all’acqua e te li metterò alla
prova … Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua e il Signore gli disse:
«Quanti lambiranno l’acqua con la lingua, … li porrai da una parte; quanti,
invece, per bere, si metteranno in ginocchio, li porrai dall’altra». Il numero
di quelli che lambirono l’acqua portandosela alla bocca con la mano, fu di
trecento uomini; … Allora il Signore disse a Gedeone: «Con questi trecento
uomini che hanno lambito l’acqua, io vi salverò” (Gdc 7,2ss).
“Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo
vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di
bell’aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono io forse un cane, perché tu
venga a me con un bastone?». … Poi il Filisteo disse a Davide: «Fatti avanti e
darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide
rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta.
Io vengo a te nel nome del Signore …, che tu hai sfidato. In questo stesso
giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti
staccherò la testa e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del
cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele” (1Sam17,42ss).
“Il re disse … al capo
dell’esercito …: «… fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero
della popolazione». … Percorsero così tutto il territorio e dopo nove mesi e
venti giorni tornarono a Gerusalemme … c’erano in Israele ottocentomila uomini
abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila. Ma dopo che
ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso ed egli
disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego, Signore,
togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza»
(2Sam 24,2ss).
Il re Davide ammette di avere peccato. Perché mai la scelta di un
sovrano di fare il censimento del popolo dovrebbe essere considerato un
peccato? Perché egli pensa di fondare il suo potere, la sua grandezza, sulle
forze umane, rappresentate da un popolo numeroso e ben armato.
Ho scelto questi testi, perché, mi pare, ci possono aiutare a
comprendere una realtà fondamentale: non sono i numeri né la potenza che
portano alla realizzazione del Regno di Dio; non sono le forze umane da sole a
compiere ciò che è necessario all’uomo né nella sua vita personale né in quella
sociale. Da soli, per quanto apparentemente potenti, siamo destinati al
fallimento. Ascoltiamo il Salmista: “Essi
confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente per vivere senza fine e non vedere la fossa. Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. Il sepolcro sarà loro eterna dimora” (Salmo 49,7,ss).
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente per vivere senza fine e non vedere la fossa. Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. Il sepolcro sarà loro eterna dimora” (Salmo 49,7,ss).
E’ importante, come comunità cristiana che, riconosciamo questa verità,
così non ci spaventerà eccessivamente quel calo numerico enorme di vocazioni e
di fedeli che ci sta avvolgendo; ora che
si sta puntualmente realizzando la profezia fatta il 24.XII.1969 dall’allora
semplice sacerdote Ratzinger: “Dalla
crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà
ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici
che ha costruito in tempi di prosperità. … Ripartirà da piccoli gruppi, da
movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza.
Sarà una Chiesa più spirituale … Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di
credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza
per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto. A me sembra
certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera
crisi è appena incominciata. … Ma io sono certissimo di ciò che rimarrà alla
fine: … la Chiesa della fede. … la
chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che
ad essi dà vita e speranza oltre la morte”. E se fosse proprio il Signore a
volere questo? Se fosse Lui a renderci deboli, per farci forti della sua
presenza. Eh sì, il problema è proprio questo: più si è umanamente forti e più
ci si sente autonomi da Dio, capaci di farcela da sé.
Comprendiamo allora il senso delle parole di Paolo ai Corinti: “non ci sono fra voi molti sapienti dal punto
di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per
il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per
il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e
disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al
nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio”
(1Cor 1,26ss).
Dio non ha bisogno di numeri, ma di uomini e donne che hanno rinunciato
alla loro illusoria autonomia, per essere accoglienti della Sua volontà e della
Sua grazia onnipotente. Ha bisogno di poveri di spirito, ossia gente che, come la
Vergine Maria, pur riconoscendo la propria inadeguatezza, mette a disposizione
del Signore tutto ciò che possiede. In questi uomini e in queste donne, Dio
compie i suoi miracoli e, attraversi di loro, feconda di nuova vita la storia.
Aiutaci signore a non avere paura della crisi; a non lavorare per
accrescere i numeri che, soddisfano solo gli occhi umani, ma a formarci e a
formare cuori nuovi, disponibili alla Ta volontà.
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