Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 30 giugno 2019

Chiama anche me.


XIII DOM. T.O.

     Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”; è un proverbio popolare secondo il quale, sostanzialmente, ognuno tende a unirsi con i propri simili. In realtà, sappiamo bene che ciò non è vero, almeno non in termini assoluti – quanti adolescenti appartengono a un gruppo, perché è l’unico che li accoglie, anche se non se ne condividono pienamente lo stile -, ma può esprimere bene la natura di ogni cristiano. Noi siamo quelli che seguono Cristo Gesù: Lui è la nostra vera identità.

     Il Vangelo non è altro che la via per vivere in maniera piena, bella, conforme alla nostra natura. Ogni essere umano è stato creato per vivere evangelicamente. Saremo pienamente noi stessi, quanto più ci lasceremo plasmare nel profondo dal Vangelo. I Santi sono la conferma che, chi si lascia raggiungere dal Vangelo, diventa portatore di una luce che, inconsapevolmente, promana da tutta l’esistenza e illumina chi lo circonda. Perché amiamo san Francesco d’Assisi? Perché è una creatura bella, pienamente umana.  
     La storia dimostra anche che, ogni volta che il Vangelo viene oscurato e messo da parte, ne va della umanizzazione della realtà. Abbiamo un piccolo esempio appena ascoltato, quando Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?» (Lc 9,54). Cosa è avvenuto? Gesù sta andando decisamente a Gerusalemme dove sa che, per il bene degli uomini,  sarà ucciso e umiliato; lungo la strada, dei Samaritani rifiutano di accoglierLo, per questo i due uomini vogliono vendicarLo dell’offesa. Ecco, loro non stanno applicando il Vangelo, ma una logica tutta umana e spietata. Stanno dietro a Gesù, tant’è che Egli si volta per rimproverarli, ma non lo stanno seguendo.  Come è vero che dove entra la luce, scompare la tenebra, è altrettanto vero che, dove giunge il Vangelo realmente vissuto, il male regredisce; dove il Vangelo è rifiutato, invece, la tenebra avanza.

     Cosa significa seguire? Fidarsi di una guida, stare dietro, lasciare che sia qualcun altro  ad aprire la strada e a indicare il percorso.
     Gesù dice di sé: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6) e “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Il Signore dice esplicitamente che chi Lo segue trova la vita, quella vera.
     Il Vangelo non è una serie di parole da capire, ma una via da percorrere, dei fatti  da compiere, delle parole da dire: “Il Vangelo … non è fatto per essere compreso … ma per essere accolto da noi” (M. Delbrel, La gioia di credere, 29). Noi siamo come degli apprendisti, affidati a un esperto che ci mostra come muovere i piedi e le mani. Gesù sta davanti, ma se non Lo guardiamo, se non stiamo con Lui, se non mettiamo i piedi nelle Sue orme, non possiamo dire di seguirLo. Seguire, significa, ripetere i Suoi gesti; far risuonare la Sua voce; combattere gli stessi nemici; fare nostra la Sua logica. Abbiamo bisogno di uomini e di donne che siano riflesso della Sua presenza; che ci mostrino con la loro vita, la Sua vita. Abbiamo bisogno di maestri di Vangelo. Afferma il beato papa Paolo VI: “Ci è sembrato opportuno parlarvi … dell’importanza della testimonianza personale e l’unità dei vari testimoni del Vangelo tra loro e con i loro Vescovi. L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni. Egli prova in effetti una istintiva avversione per tutto ciò che può apparire come inganno, facciata, compromesso. In questo contesto si comprende l’importanza di una vita che risuona veramente del Vangelo! … gli uomini di questo tempo … conoscono facilmente l’insicurezza, la paura, l’angoscia. … I nostri fratelli … hanno bisogno di incontrare altri fratelli che irradino la serenità, la gioia, la speranza, la carità, malgrado le prove e le contraddizioni che toccano anche loro. …  Le nuove generazioni hanno particolarmente sete di sincerità, di verità, di autenticità. Esse hanno orrore del fariseismo in tutte le sue forme. Si capisce perciò come esse si attacchino alla testimonianza di esistenze pienamente impegnate al servizio di Cristo. Percorrono tutti gli angoli della Terra per trovare dei discepoli del Vangelo, trasparenti a Dio e agli uomini, che rimangono giovani della giovinezza della grazia di Dio. Le nuove generazioni vorrebbero incontrare più testimoni dell’Assoluto. Il mondo attende il passaggio dei santi” (Paolo VI, Udienza al Pontificio Consiglio per i laici del 2 ottobre 1974).
     Non c’è sequela se non c’è conversione: “Se non si comincia di qui, nella vita cristiana non si comincia affatto. Senza questa autocontestazione di partenza, ogni atteggiamento religioso sarebbe senza fondamento e riuscirebbe ingannevole. E non è solo un atteggiamento iniziale: … deve accompagnare tutto il nostro pellegrinaggio …: è una dimensione essenziale e inalienabile dell'esistenza” (G. Biffi, Meditazione dettata dal Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna, Aula Paolo VI, 8 febbraio 2000). Metànoia, la parola greca che traduciamo con conversione significa, giudicare diversamente, cambiare mentalità, mutare volontà o decisione, passare da un sentimento a un altro, provare dispiacere. La conversione è quindi innanzitutto un processo interiore che, se è autentico, porta inevitabilmente a un mutamento esteriore. Ancora la sapienza popolare ci viene in soccorso, quando afferma che, “non si può tenere il piede in due scarpe”: o stai con Cristo o stai con qualcun altro. Non si può essere Suoi, ma nel contempo seguire altre logiche, altri signori. Per questo Gesù, mentre chiede ad alcuni di seguirLo, gli dice di non tornare a seppellire un cadavere e di non andare a congedarsi con quelli di casa; non sta proponendo una disumanizzazione delle relazioni, ma una scelta: chi vuoi seguire?
     Signore Gesù, di’ anche a me: “Seguimi!”, prendimi per mano, affinché non continui a fermarmi e a cambiare strada, a lasciarmi distrarre lungo il cammino. Io so che “solo Tu hai parole di vita eterna”.



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