XIV DOM. T.O.
“La messe è abbondante” (Lc 10,2): pare che
i 72 discepoli non siano mandati a seminare, ma a raccogliere, perché qualcuno
ha già seminato e il frutto è maturo. Sappiamo bene che, molti, anzi
moltissimi, non frequentano più la Chiesa; ci sembra che questo sia di per sé
segno di indifferenza o rifiuto verso Dio. In realtà, credo, che tanti hanno
dentro di sé, anche se inconsapevolmente, il desiderio di bene, di bello, di
vita, di senso, di pienezza; hanno solo bisogno di qualcuno che gli dica che la
risposta alle loro attese, la possono trovare in Dio; non un dio generico, ma
Colui che si è reso presente in Cristo e con il Suo Vangelo; non con una
frequentazione intellettuale, ma con un incontro personale.
“Se sarete quello che dovete
essere, metterete fuoco in tutta l’Italia”, scrive santa Caterina da Siena
in una delle sue lettere. Siamo tanto preoccupati perché “la messe è abbondante, ma son pochi gli operai” (Lc 10,2) e quindi
preghiamo, affinché il Signore continui a mettere nel cuore a uomini e donne la
passione per la salvezza del mondo, ma nello stesso tempo sappiamo con certezza
che il numero è relativo. Anzi oserei dire che, nella storia della Chiesa, il
numero abbondante non si è quasi mai fatto segno di vita evangelica radicale. Davvero vale il detto: “Pochi, ma buoni” che, potremmo parafrasare con: “Pochi, ma santi”. Basta
un fiammifero per incendiare un bosco. Non è stato san Paolo ad annunciare il Vangelo
in Turchia, Grecia, Spagna? Chi ha cambiato la storia, se non Antonio Abate,
Benedetto da Norcia, Francesco di Assisi? Quando hanno iniziato la loro
avventura con Dio erano assolutamente soli, ma alla loro morte, hanno lasciato
un segno indelebile, aprendo strade nuove che poi, tanti altri hanno percorse.
Il mondo ha bisogno di uomini e donne credibili; che si sono lasciati
afferrare personalmente da Cristo; che la Lui si lasciano trasformare in nuove
creature, pur in mezzo ai limiti personali, al peccato che ostacola e alla
fragilità. Credo che il grido del mondo non sia: “Parlami di Cristo”, ma “mostrami
Cristo e cosa è capace di fare in un’esistenza concreta”. Cosa significa: “Il regno di Dio è vicino”, se non che,
Cristo è vicino e non desidera altro che essere accolto da me e da te, per
regnare nella nostra quotidianità e farla fiorire? Egli non è un despota che si
impone, ma un umile mendicante che bussa e dice: “Ecco: sto alla porta e busso. Se
qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con
lui ed egli con me” (Ap 3,20). Come
fa a fare di me una nuova creatura, libera, se non glielo consento?
Quei 72 però sono anche un numero
simbolico che indica tutti i popoli della terra. Il Vangelo non è una tra le
risposte, ma la risposta per ogni uomo. E’ chiaro, non il Vangelo secondo me o,
secondo la maggioranza, che viene piegato alle mode e ai personali modi di
vedere, ma quello che Cristo ha annunciato; quel Vangelo che è “spada a doppio taglio” e che vuole
incidere nella storia concreta dell’uomo e non rimanere parola astratta.
Gesù non disprezza né le cose materiale né
tanto meno le relazioni umane, ma dice che l’annuncio è urgente, per questo non
bisogna lasciarsi ostacolare da nulla.
Perché è urgente? E’ come quando si
diffonde una malattia grave e qualcuno ha il vaccino, certo non può aspettare a
distribuirlo: ne va della vita della gente.
Scrive il noto scrittore Lewis: “Se volete aiutare coloro che sono fuori,
sommate la vostra minuscola cellula al corpo di Cristo che, solo può dare loro
aiuto. Amputare un uomo delle dita, sarebbe una strana maniera di spingerlo a
lavorare di più” (C. S. Lewis, L’uomo
nuovo). Questo significa che, l’unico modo realmente efficace per aiutare
Dio Padre a Salvare il mondo, consiste nell’aderire a Cristo e alla Sua Chiesa;
dire di si a Lui e non stare a guardare
dal di fuori. Tu sei membro della Chiesa di Cristo e, Cristo ha bisogno di te e
della tua santità.
Padre, sai bene che sono poca cosa, ma se
vuoi manda anche me a mostrare Te agli uomini e alle donne che incontro sulla
mia strada; aiutami a non lasciarmi distrarre, ma ad avere a cuore il bene di
tutti. Prima di questo, però, continua a levigarmi con la Tua grazia, perché
davvero, chi vede me, possa vedere Te e non una Tua immagine deformata.
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