Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 20 ottobre 2019

Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui,

XXIX DOM. TO.

Dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi» (Lc 18,5). Non è pensabile pregare un dio così; si può solo stargli alla larga.

Davvero però Dio è così? Indifferente alla nostra sorte e disponibile a fare qualcosa per noi, solo per toglierci dai piedi?
Se fosse così, la preghiera dovrebbe davvero consistere in un’estenuante opera di convincimento nei confronti di Dio – importunare in greco è reso con hupopiazei, termine tecnico del pugilato che indica un colpo portato in pieno viso, sotto gli occhi -.
Guardiamo e ascoltiamo Gesù e vediamo come stanno le cose:
- “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Dio stesso bussa alla mia porta, mendicando la mia attenzione.
- “Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere» (Gv 4,5ss). Gesù non disdegna di andare al pozzo in un orario impensabile, a causa del caldo terribile, ma sa bene che quella donna la può trovare proprio lì, perché cerca lei.
- “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,4ss). Non uno di noi è indistinto e indifferente a Dio.
L’indifferenza divina è assolutamente insostenibile. La parabola per nessuna ragione vuole paragonare noi a quella povera e debole vedova, né tanto meno Dio con quel giudice arrogante. Gesù sta solo facendo un paragone; vuol dirci che, se un uomo iniquo può arrivare ad accogliere le istanze di una donna, pur di togliersela di torno, QUANTO PIU’ Dio che è Padre attento, si mette in ascolto di ogni Sua creatura amata.
La preghiera allora non è, un andare all’ufficio richieste o reclami del Paradiso, per depositare il modulo compilato dei propri bisogni – chiedendo eventualmente aiuto a un Santo ben inserito e con forti poteri di intercessione - ma RELAZIONE con Dio: Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6,5). Solo chi si sente profondamente amato può desiderare di tenersi in contatto costante con chi lo ama.
Chi si sente amato, sa anche che Dio non può essere dalla parte dell’ingiustizia; come anche che, chi opera l’ingiustizia non può dire di stare dalla parte di Dio.
Cosa vuol dire che Dio fa giustizia? Che mi libera dal mio nemico.
Chi è il mio nemico? Colui che vuole il mio male.
Il nemico non sta sempre fuori di me; a volte noi siamo i peggiori nemici di noi stessi, quando ci chiudiamo alla relazione d’amore, ripiegandoci in un individualismo malsano; quando non amiamo ciò che siamo e pretendiamo di diventare ciò che non potremo mai essere, condannandoci a una perenne insoddisfazione; quando miriamo a soddisfare solo il nostro corpo, con i suoi bisogni materiali, senza riconoscere che siamo ben altro che animali sviluppati; quando ci chiudiamo a Dio, sorgente di acqua viva e via vera della vita, quando ci lasciamo usare da chi si spaccia per amico, ecc …
Il nemico certo, può anche essere fuori di noi e ci usa per il proprio interesse: sessuale, economico, politico, ecc …; non ha di mira il nostro bene, ma il suo. 
Il maligno, il nostro grande nemico, si serve sia del nemico che ci abita, sia di quello che sta fuori; ogni arma va bene per lui, purché alla fine, venga rovinata la nostra esistenza.  Anche quando sembra volerci offrire qualcosa, in realtà è solo un inganno per torglierci tutto. 
Dio invece è sempre dalla nostra parte, ma non può liberarci, se non ci lasciamo liberare; non può farci giustizia, se vogliamo subire l’ingiustizia.
Padre, sii Tu come quella vedova e vieni a cercarci con insistenza; spingi alla nostra porta, così che noi, possiamo uscire dalla nostra indifferenza e aprirti, anche solo per metterti buono. Siamo certi che, in quel momento, la Tua luce riuscirà ad abbagliarci e la Tua vita, diventerà vita in noi, portandoci fuori da un’esistenza di cui facciamo capire a comprendere il senso.


Nessun commento:

Posta un commento