XXIX DOM. TO.
“Dato
che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché
non venga continuamente a importunarmi»
(Lc
18,5). Non
è pensabile pregare un dio così; si
può solo stargli alla larga.
Davvero
però
Dio è così? Indifferente alla
nostra sorte e disponibile a fare qualcosa per noi, solo per
toglierci dai piedi?
Se
fosse così, la preghiera dovrebbe davvero consistere in
un’estenuante
opera
di
convincimento
nei confronti di Dio – importunare
in greco è reso con hupopiazei,
termine tecnico del pugilato che indica un colpo portato in pieno
viso, sotto gli occhi -.
Guardiamo
e ascoltiamo Gesù e vediamo come stanno le cose:
-
“Ecco:
sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la
porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”
(Ap 3,20). Dio stesso bussa alla mia porta, mendicando la mia
attenzione.
-
“Giunse
così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno
che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo
di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso
il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad
attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere»
(Gv 4,5ss). Gesù non disdegna di andare al pozzo in un orario
impensabile, a causa del caldo terribile, ma sa bene che quella donna
la può trovare proprio lì, perché cerca lei.
-
“Chi
di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove
nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a
casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con
me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che
si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno
bisogno di conversione” (Lc
15,4ss).
Non
uno di noi è indistinto e indifferente a Dio.
L’indifferenza
divina è assolutamente insostenibile. La
parabola per
nessuna ragione vuole
paragonare noi a quella povera e debole vedova, né tanto meno Dio
con quel giudice arrogante.
Gesù sta
solo facendo
un paragone; vuol dirci che, se un uomo iniquo può arrivare ad
accogliere le istanze
di una donna, pur di togliersela di torno, QUANTO PIU’ Dio che è
Padre attento, si mette in ascolto di ogni Sua creatura amata.
La
preghiera allora
non
è, un
andare all’ufficio richieste o reclami del Paradiso, per depositare
il modulo compilato dei propri bisogni – chiedendo
eventualmente aiuto a un Santo ben inserito e con forti poteri di
intercessione -
ma RELAZIONE con Dio: “Pregando,
non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a
forza di parole”
(Mt
6,5).
Solo
chi si sente profondamente amato può desiderare di tenersi in
contatto costante con chi lo ama.
Chi
si sente amato, sa anche che Dio non può essere dalla parte
dell’ingiustizia; come anche che, chi opera l’ingiustizia non può
dire di stare dalla parte di Dio.
Cosa
vuol dire che Dio fa giustizia?
Che mi libera dal mio nemico.
Chi
è il mio nemico?
Colui che vuole il mio male.
Il
nemico non sta sempre fuori di me; a volte noi
siamo i peggiori nemici
di noi stessi, quando ci chiudiamo alla relazione d’amore,
ripiegandoci in un individualismo
malsano;
quando non amiamo ciò che siamo e pretendiamo
di diventare ciò che non potremo mai essere,
condannandoci a una perenne insoddisfazione; quando miriamo
a soddisfare
solo il nostro corpo,
con
i suoi bisogni materiali,
senza riconoscere che siamo ben altro che
animali sviluppati;
quando ci chiudiamo a Dio, sorgente di acqua viva e
via vera della vita, quando ci lasciamo usare da chi si spaccia per
amico,
ecc
…
Il
nemico certo, può anche essere fuori di
noi e
ci usa per il proprio interesse: sessuale, economico, politico, ecc
…; non ha di mira il nostro bene, ma il suo.
Il maligno, il nostro grande nemico, si serve sia del nemico che ci abita, sia di quello che sta fuori; ogni arma va bene per lui, purché alla fine, venga rovinata la nostra esistenza. Anche quando sembra volerci offrire qualcosa, in realtà è solo un inganno per torglierci tutto.
Dio
invece è sempre dalla nostra parte, ma non può liberarci, se non ci
lasciamo liberare; non
può farci giustizia, se vogliamo subire l’ingiustizia.
Padre,
sii Tu come quella vedova e vieni a cercarci con insistenza; spingi
alla nostra porta, così che noi, possiamo uscire dalla nostra
indifferenza e aprirti, anche solo per metterti buono. Siamo certi
che, in quel momento, la Tua luce riuscirà ad abbagliarci e la Tua
vita, diventerà vita in noi, portandoci fuori da un’esistenza di
cui facciamo capire a comprendere il senso.
Nessun commento:
Posta un commento