Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 28 giugno 2020

E' solo questione di scelta

XIII DOM. T.O.

Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date(Mt 10,7s). Il regno dei cieli è presente, dove uomini e donne aiutano altre creature
a vivere pienamente, a non rimanere paralizzate; a non attraversare la storia come vivi, morti dentro; emarginati e incapaci di essere liberi. Gesù invia per portare vita, dove manca. Per fare questo, costoro sono chiamati a lasciare le strade conosciute, per entrare nel Suo straordinario progetto di salvezza. Egli non nasconde loro niente; non li illude con false speranze o con mezze verità. Gesù li sta coinvolgendo in qualcosa di grande, ma che richiede una scelta consapevole, perché la strada che stanno per intraprendere con Lui, li porterà dove nemmeno immaginano.
Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore(Mt 6,21). Mi pare che queste brevissime parole di Gesù siano la sintesi più chiara e incisiva di quanto il Signore ha appena detto ai suoi apostoli. Ciò che occupa il nostro cuore, determina le nostre scelte più importanti. Scegliere deriva da ex-eligere. Ex = da + eligere = selezionare, preferire. Infatti scegliere significa decidere cosa o chi va selezionato e preferito rispetto ad altro che, inevitabilmente va messo da parte o lasciato indietro.
Gesù non sta per niente chiedendo di non amare gli affetti più cari; sarebbe assurdo e andrebbe contro tutto il Suo messaggio. Egli ci sta dicendo che, ci sono dei momenti in cui bisogna inevitabilmente scegliere e ciò che domina il nostro cuore ci orienterà in un modo piuttosto che in un altro. Vi faccio un esempio molto semplice: un giovane si sente chiamato ad accogliere la chiamata alla vita consacrata, ma il papà ha già pensato per lui una carriera nell’azienda di famiglia: se il giovane preferisce non deludere il padre tanto amato, si lascerà deviare. Una ragazza rimane incinta e i familiari o l’incosciente compagno, non vogliono saperne di farle portare a termine la gravidanza: se questa sente di non potere deludere questi affetti, aderirà alle richieste familiari, pagandone poi le conseguenze. Una persona subisce pressioni sul luogo di lavoro, affinché compia una qualche azione illecita, pena conseguenze per l’impiego: se il Vangelo non ha radici profonde e il lavoro occupa un posto preponderante della vita di costui, seppur a malincuore, opterà per assecondare il datore di lavoro.
Quindi vale sempre il principio che le persone vanno amate e in modo particolare color che ci sono più vicini per i legami di sangue, fino a quando ciò non entra in conflitto col Vangelo. In quel momento ciò che scegliamo, ci dice cosa amiamo di più.
Gesù non ha bisogno di persone che si guardano continuamente indietro, ma di uomini e donne che si fidano di Lui e, seppur con tutte le fatiche del caso, Lo seguono.
Lo stesso discorso vale per la croce. Essa non va amata, perché amare la sofferenza, in qualche modo è contro natura; ma possiamo scegliere di lasciarci dominare dalla croce, maledicendola e facendoci bloccare, oppure, continuare a camminare dietro a Gesù, caricandocela sulla schiena e perseverando nella realizzazione del progetto di Dio. In questi giorni le pagine dei nostri giornali sono occupate dalla vicenda di Alex Zanardi, pilota che ha perso entrambe le gambe in un gravissimo incidente e che ora rischia definitivamente la vita: avrebbe potuto considerare finita la sua vita, invece l’ha reinventata.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,39). Ora comprendiamo il senso di queste parole di Gesù che, non ci chiede di disprezzare la nostra esistenza, ma di spenderla con Lui, per salvare il mondo, non lasciandoci bloccare o rallentare dai nostri progetti o dai condizionamenti esterni, nemmeno dagli affetti più cari.
Come si fa a perdere la propria vita? Lo dicevamo prima: rinunciando a entrare in convento, pur essendo chiamati; ad abortire, pur volendo tenere il proprio bimbo; aderendo alle proposte corrotte, pur non essendo d’accordo; optando per scelte di vita, che piacciono al mondo, ma che non sono fatte per noi, ecc … La vita si perde, quando non la si sceglie, ma la si lascia scegliere.
Come si fa a non cadere in questi tranelli? Imparando dalla Sunamita e accogliendo in casa propria l’inviato del Signore. Grazie a quell’accoglienza una donna sterile è diventata madre; capace di generare una vita nuova.
Padre, più che San Francesco che ha saputo dire “Finora ho chiamato Pietro di Bernardone padre mio. Ma dal momento che ho deciso di servire Dio, gli rendo il denaro che tanto lo tormenta e tutti gl'indumenti avuti da lui. D'ora in poi voglio dire: “Padre nostro, che sei nei cieli”, non più “padre mio Pietro di Bernardone”, siamo come Pietro al quale Gesù ha dovuto dire: “vai dietro a me satana, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. Occupa il nostro cuore, come ospite dolce dell’anima e aiutaci a sceglierTi.

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