Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 21 giugno 2020

Sembra facile

XII DOM. T.O.

Non abbiate dunque paura” (Mt 10,31). Gesù sta parlando ai suoi Dodici apostoli, ai quali ha appena annunciato:
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani” (10,16ss). Sembra facile! come se bastasse una decisione della volontà, per non avere mal di stomaco, cominciare a sudare, a tremare, a perdere il sonno e l’appetito davanti alla prospettiva di essere sottoposti a qualche forma di violenza o di fronte a qualche rischio concreto.
Credo che il vero problema non stia tanto nell’avere o non avere paura (questo spesso non dipende da noi), ma in quanto potere si concede alla paura. Gesù, nell’orto degli ulivi, prima di essere catturato per essere processato, ha sudato sangue - dell’ematoidrosi non si conoscono ancora bene le cause, anche se tutto lascia pensare che sia legata a eventi traumatici a seguito dei quali si produce un forte stress in grado di causare un restringimento e poi una rottura dei capillari che circondano le ghiandole sudoripare. Ciò fa sì che il sangue si mescoli al sudore -, ma questo non gli ha impedito di accogliere quanto stava vivendo, per realizzare il progetto di Dio: “Cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,41s).
Cosa consente di non dare alla paura le briglie della propria vita, autorizzandola a renderci come statue di marmo? La fede.
Domenica scorsa ho accesso un piccolo fuoco e il piccolo Davide ha cominciato a scappare spaventato, finché suo padre non lo ha preso in spalla e con delicatezza gli ha spiegato che non doveva temere. Chi ha fatto e fa questa esperienza con Dio; chi si sente sollevato tra le braccia divine, pur continuando ad avere paura, si lascia condurre in avanti dalla vita; affronta, seppur con cautela e discernimento, i fatti che inevitabilmente lo preoccupano: “Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te” (Slamo 139,17s). Vi leggo il salmo 121:

...
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
...
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre”
.

Proprio i momenti della paura ci svelano lo spessore della nostra fiducia in Dio, perché lì non bastano più le parole e i pii pensieri: o resti o scappi.
Parlare di paura, significa affrontare il tema della libertà, perché “l’uomo … è schiavo di ciò che lo domina” (2Pt 2,19b). La paura, se ci domina, ci impedisce di fare ciò che dobbiamo fare. Il maligno gioca molta con la essa, perché sa che per causa sua, taceremo la verità, non ci metteremo dalla parte della giustizia; sceglieremo le strade che percorrono tutti e, quindi, andremo “non dove dobbiamo andare, ma dove vanno tutti” (Seneca, La felicità). I martiri sono testimoni straordinari di questa libertà, perché pur rischiando concretamente la vita, scelgono di non rinunciare a lottare per il bene.
Padre, porta la mia anima nell sua noncuranza fin dove tu vuoi ed essa dorma nella Tua mano, senza chiedere il senso e il termine del viaggio. … Distogli da essa l’inquieta diffidenza che misura davanti a Te il fino dell’avvenire e pesa la speranza con il ricordo. … Farò ciò che Tu vorrai, con fiducia, spero tutto, mio Dio: Tu regni sul Bene, Tu regni sul male e io non ho paura di nulla” (M. Noel, I canti e le ore).

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